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Cosa non convince della nuova rottamazione 2023 per multe e cartelle tra debiti esclusi, importi e scadenze di pagamenti da rispettare
Perché la nuova rottamazione di cartelle e multe è sempre più una beffa? C’è tempo ancora fino al prossimo aprile per aderire al nuovo piano di rottamazione 2023 delle cartelle esattoriali ricevute fino al 2022. Una novità approvata dal governo Meloni ufficialmente con la Manovra Finanziaria che, però, non convince.
E’, infatti, prevista la prescrizione automatica di tutte le cartelle e multe di importo fino a mille euro affidate all'agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Ciò significa che i debiti rientranti in questo periodo di tempo ed entro i mille euro vengono automaticamente cancellati alla data del 31 marzo 2023.
Per la cancellazione di questo tipo di debito da parte dell’Agenzia delle Entrate non bisogna necessario presentare alcuna domanda e non è previsto alcun onere a carico del debitore. Per cartelle e multe di importo superiore ai mille euro e ricevute fino al 2022 è previsto il pagamento dell’importo inizialmente dovuto della cartella ma senza calcoli di interessi di mora, somme aggiuntive e somme maturate a titolo di aggio.
Per aderire a questo piano di pagamento agevolato di cartelle e multe, il contribuente deve presentare entro il prossimo 30 aprile 2023 apposita istanza online e poi entro il 30 giugno l’Agenzia delle Entrate dovrebbe accettare l’istanza o respingerla. L’Agenzia delle Entrate Riscossione, al momento della risposta al contribuente, comunica anche l’importo del debito, in quante saldare il debito e come pagarle, secondo date ben precise.
Per chi sceglie il pagamento a rate, rispettare le precise scadenze è d’obbligo, altrimenti si decade dal piano di rottamazione. In particolare, la prima e la seconda rata saranno di importo pari al 10% delle somme complessivamente dovute e in scadenza, rispettivamente, il 31 luglio e il 30 novembre 2023. Per esempio, nel caso di un debito di 3mila euro si parla di 300 euro da versare a luglio e a novembre 2023.
Le restanti rate si devono pagare il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ogni anno a decorrere dal 2024. Per aderire alla nuova rottamazione 2023, bisogna presentare esclusivamente in via telematica entro il prossimo 30 aprile 2023 apposita dichiarazione.
I motivi per cui la nuova rottamazione 2023 di cartelle e multe è una beffa e in molti casi sono molto meglio alcune alternative possibili attualmente in vigore sono diversi, a partire dalle cartelle di importo fino a mille euro che si possono del tutto cancellare.
Si tratta generalmente di debiti derivanti dal mancato pagamento di multe e imposte locali che, però, non tutti i Comuni permettono di cancellare. Chi attendeva, per esempio, il via ufficiale alla nuova rottamazione per vedersi cancellate magari multe auto, o bolli auto, o cartelle per mancato pagamento dell’imposta Tari sui rifiuti è rimasto molto deluso.
La maggior parte dei Comuni italiani, avendo facoltà di scegliere, ha deciso di non aderire alla nuova rottamazione, per cui le cartelle ricevute, pur se di importo inferiore ai mille euro, non possono essere cancellate ma devono essere pagate.
Se, dunque, un Comune decide di non aderire alla nuova rottamazione 2023 per agevolare i suoi cittadini a saldare i propri debiti, allora si deve pagare il debito nelle consuete modalità previste dalle Entrate senza alcun condono né agevolazione. E questa è certamente una beffa, considerando i milioni di italiani che non pagano multe, o bollo auto o hanno saltato negli anni pagamenti della Tari, o dell’Imu.
Altro motivo per cui la nuova rottamazione è una beffa in molti casi è il piano di rateizzazione del pagamento previsto se si decide di saldare il proprio debito di importo superiore ai mille euro a rate. Come detto, le prime due rate devono essere pari al 10% della quota capitale della cartella ricevuta, senza calcolo di interessi e sanzioni.
La prima rata è in scadenza già a luglio, la seconda a novembre di quest’anno. Mancano dunque pochi mesi alla scadenza della prima rata di pagamento ma se il debito da saldare è alto risulta decisamente poco conveniente tale piano.
Si aderisce, infatti, solitamente a piani di rateizzazione dei debiti per avere un carico inferiore di rate da pagare ma in questo caso il 10% già a luglio è tanto: se, come sopra detto, per esempio, il debito è basso, come di 3-4mila euro, allora la nuova rottamazione potrebbe convenire, considerando che a luglio e novembre si dovrebbero pagare solo 300-400 euro.
Se, però, parliamo di debiti più alti, per esempio di 40-50mila euro, allora probabilmente la nuova rottamazione non conviene, perché già a luglio bisognerebbe pagare un importo più altro, di 4-5mila euro, con stesso pagamento da ripetere poi solo dopo qualche mese già a novembre. Le rate successive devono essere pari al 5% dell’importo dovuto, cioè 2-2.500 euro ognuna.
Inoltre, le rate di pagamento stabilite per la nuova rottamazione 2023, sia per tempi che per importi decisi, potrebbero essere troppo vincolanti e poco vantaggiose, considerando che, in alternativa, l’Agenzia delle Entrate Riscossione prevede comunque piani di normale rateizzazione ino a 120 rate (e non 18 al massimo previste dalla nuova rottamazione) per 10 anni quindi, il che significa che un debito di circa 40mila euro, pur se pieno, con calcolo di interessi e sanzioni, si può saldare con rate da 400 euro al mese, rendendo più semplice il pagamento per il debitore e con importi inferiori.