Ristrutturazione casa, sconto in fattura
Le condizioni agevolate ci sono tutte, come la doppia possibilità di ottenere uno sconto immediato in fattura o di cedere il credito corrispondente alla detrazione alle banche.
L'occasione appare di quelle ghiotte perché ottenere uno sconto del 110% della spesa effettuati per i lavori di ristrutturazione potrebbe non ripetersi. Ma la situazione di emergenza è tale che il governo gioca la carta dell'edilizia per fare ripartire l'economia del Paese.
Solo il tempo ovvero il grado di adesione a questa proposta svelerà se la scelta è quella giusta, ma le condizioni agevolate ci sono tutte, come la doppia possibilità di ottenere uno sconto immediato in fattura o di cedere il credito corrispondente alla detrazione alle banche.
Anche la platea dei beneficiari è piuttosto ampia perché possono aderire i proprietari di appartamenti, i locatari e i comodatari, gli imprenditori individuali, chi produce redditi in forma associata tra società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari. Vediamo quindi
E con un piccolo trucco ovvero l'opportunità di cedere il credito di imposta a banche o imprese che effettuano i lavori e quindi di non versare un solo euro grazie allo strumento dello sconto in fattura.
Accanto a questa possibilità, peraltro vista con una punta diffidenza da parte delle imprese, c'è anche l'opzione dell'anticipo della spesa per i lavori e del successivo recupero in detrazione a rate negli anni successivi.
A mettere a punto la norma del superbonus al 110% e della cessione generalizzata del credito di imposta nel decreto legge maggio è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con lo scopo di rilanciare l'economia italiana attraverso l'edilizia privata. L'impatto della proposta di incentivo al 110% sugli interventi di efficientamento energetico e antisismici è stimato in 21 miliardi di euro.
Tra gli interventi oggetto di agevolazione c'è l'isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l'involucro dell'edificio, ma solo nel caso di incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell'edificio e purché il tetto di spesa sia pari a 60.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari dell'edificio.
Via libera anche alla sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati a pompa di calore per il riscaldamento, il raffrescamento e la fornitura di acqua calda sanitaria.
Semaforo verde pure per gli interventi per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti alimentati a gasolio con impianti a pompa di calore o caldaie a condensazione. In tutti i casi sono comunque previsti tetti di spesa da non superare per accedere al bonus al 110%.