Detrazioni fiscali verso la riorganizzazione
L'agevolazione per la ristrutturazione delle piscine domestiche dà la possibilità di detrarre le spese sostenute con il meccanismo della detrazione Irpef al 50%.
Il governo intende andare fino in fondo ovvero riordinare il complesso sistema delle agevolazioni fiscali e allo stesso tempo portarle un po' più in giù. Le somme risparmiate si riveleranno poi preziose per finanziare altri provvedimenti nell'agenda dell'esecutivo in un'ottica di razionalizzazione delle risorse esistenti.
Va bene riuscire a strappare, anche con la forza, qualche margine di manovra di in più rispetto ai rigidi parametri europei, ma la coperta dei conti pubblici continua a essere piuttosto corta. Anche e soprattutto se l'intenzione dell'esecutivo è quella di portare a casa misure così rilevanti come quelle annunciate nel programma di governo. Ed ecco allora che i finanziamenti potrebbero arrivare dalla rivisitazione delle detrazioni fiscali, quelle così sfruttate dagli italiani, ma rispetto a cui sembra di muoversi in una giungla perché la chiarezza è poca e le novità introdotte di anno in anno si sovrappongono con quelle precedenti. Tanto per capire, secondo la Corte dei conti esistono 700 sconti fiscali.
Conti alla mano, in questo momento il Ministero dell'Economia ha bisogno di circa 20 miliardi di euro. E per incassarli sta valutando le ipotesi di mettere mano alle agevolazioni fiscali tra le classiche detrazioni e deduzioni, crediti d'imposta e aliquote sostitutive. In questo modo diventerà più semplice trovare le coperture sia per la rivoluzione fiscale annunciata e sia per l'introduzione del reddito di cittadinanza. Anche perché ci sono situazione che andrebbero comunque esaminate. L'agevolazione per la ristrutturazione delle piscine domestiche, ad esempio, dà la possibilità di detrarre le spese sostenute con il meccanismo della detrazione Irpef al 50% e un tetto massimo di 96.000 euro.
Un'ipotesi per garantire l'equilibrio dei conti è un taglio orizzontale delle agevolazioni. Il governo valuta la possibilità di cancellare alcuni sconti fiscali poi di eliminare i benefici dal 19% al 15%, facendo salve le deduzioni delle spese sanitarie e degli interessi sul mutuo. Non solo, ma un sistema di franchigie potrebbe ridurre l'importo dei singoli sconti portando in cassa un altro miliardo di euro. Sul banco anche l'idea di introdurre un tetto massimo alle agevolazioni di 75.000 euro che potrebbe far risparmiare allo Stato un altro prezioso miliardo di euro.
Il bilancio del 2019 sconta già un aumento delle aliquote Iva, previsto a legislazione vigente. Per evitare l'incremento delle imposte sui consumi servirebbero per il prossimo anno 12,5 miliardi di euro di misure compensative. O tagli di spesa, o nuove entrate, o un maggior ricorso all'indebitamento netto concordato con l'Unione europea. Tra i mezzi per coprire la manovra del 2019, oltre a un aumento del disavanzo pubblico, il governo ipotizza una pace fiscale, in sostanza una sanatoria delle cartelle e la revisione, con l'accorpamento e la razionalizzazione, delle detrazioni e deduzioni fiscali.