Tari 2022 se casa non abitata si può non pagare. E altri casi per pagare meno o nulla

di Marianna Quatraro pubblicato il
Tari 2022 se casa non abitata si può non

Tari 2022 se casa non abitata si può non pagare. E altri casi per pagare meno o nulla

Giugno è sinonimo di estate, di mare e di sole. Ma anche, di aspetti meno gradevoli. Tra i quali senza dubbio la fastidiosa, per molti, necessità di regolare i conti con l’erario pagando le tasse. A partire dalla Tari. Ma il dubbio che in qualche modo tormenta i contribuenti più avveduti è quello che riguarda il caso in cui l’immobile in questione non si utilizza. In questo caso, la domanda sorge spontanea, si deve pagare o no la tassa sui rifiuti? Una domanda alla quale proveremo a dare una risposta chiara e comprensibile. Iniziando dalle informazioni su quando e come fare per pagare la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti.

Tari cosa fare se l'immobile non si utilizza

Sta per arrivare anche quest’anno il momento della Tari, la tassa sui rifiuti. Ma se l’immobile non si utilizza, per qualsiasi tipo di ragione, come bisogna comportarsi? È giusto pagare, oppure c’è qualche provvedimento che, una volta accertato il non utilizzo dell’immobile, consente qualche agevolazione oppure il totale esonero dal pagamento? La seconda ipotesi vale nei casi in cui l’immobile in questione non sia utilizzato perché inagibile e privo dei servizi essenziali. Ma questa condizione non fornisce automaticamente il diritto a non pagare la Tari, come alcuni possono immaginare. Il proprietario deve infatti produrre ad un’espressa dichiarazione per dimostrare al comune di residenza che l’immobile in questione possieda i requisiti appena citati.

Si deve pagare o no tassa rifiuti

A tale proposito ogni comune adotta un regolamento diverso per quel che riguarda le modalità ed i termini entro i quali questa richiesta deve essere presentata. Il contribuente potrà però godere, in base al principio di collaborazione e buona fede tra amministrazione e cittadini, di un iter burocratico non troppo complesso. Nel caso in cui questo immobile diventi inutilizzabile in un momento successivo alla dichiarazione originaria, allora è necessario allegare tutti i documenti che consentono di dimostrare la veridicità di quanto affermato e quindi confermare che l’immobile, proprio perché inutilizzato, non produce rifiuti. A questo proposito, molto di recente, la Corte di Cassazione ha promulgato una sentenza che ha precisato che la denuncia non deve essere presentata ogni anno.

Il comune di residenza del proprietario dell’immobile non utilizzato, infatti, non può sottoporre a questo obbligo il proprietario. Questo significa che, in questo caso, dunque, se la condizione di inutilizzabilità dell’immobile resta invariata con il passare degli anni non è necessario riproporre il documento e non si rischia di vedere essere applicata la tassa sui rifiuti. L’unico caso in cui c’è bisogno di produrre una documentazione ulteriore è quello in cui avvengano delle variazioni. Ciò in quanto la denuncia ha effetto anche per gli anni successivi, qualora le condizioni di tassabilità siano rimaste invariate. In caso contrario il contribuente è tenuto a denunciare tutti i cambiamenti relativi ai locali ed aree, alla loro superficie e destinazione che comporti un maggior ammontare della tassa o comunque influisca sull’applicazione e riscossione del tributo in relazione ai dati da indicare nella denuncia.

Altri casi per cui si può pagare nulla o meno

Vi sono altri casi in cui si può pagare una somma minore del previsto dela Tari o avere una detrazione totale. Li abbiamo visti in questo articolo così come cosa fare se non arrivano i bollettini precompilati dal Comuni e come si deve pagare ugualmente (e come fare)