Tasse, detrazioni e bonus come cambiano nel 2023 con modifiche già ufficiali e più probabili

di Marianna Quatraro pubblicato il
Tasse, detrazioni e bonus come cambiano

Cosa cambia per tasse, detrazioni e bonus nel 2023 tra revisioni e modifiche già approvate: ecco le ultime novità e chiarimenti

Come cambiano tasse, detrazioni e bonus nel 2023 con le modifiche già ufficiali e più probabili? sono diversi i capitoli a cui il nuovo governo Meloni sta mettendo mani o ha modificato, si tratta di capitoli fiscali decisamente importanti per tutti e per cui sono previsti diversi cambiamenti. Vediamo quali sono. 

  • Tasse tra modifiche già ufficiali e più probabili 2023
  • Detrazioni e bonus come cambiano nel 2023 tra modifiche già ufficiali e probabili

Tasse tra modifiche già ufficiali e più probabili 2023

Ampio il capitolo tasse che il governo Meloni si appresta a scrivere tra modifiche già definite e ulteriori misure al vaglio di probabile approvazione per il prossimo 2023, non solo per quanto riguarda la tassazione per redditi da lavoro. Sono, per esempio, già cambiate le aliquote Irpef per il pagamento delle tasse (con la riforma dell’ex governo Draghi, passate da cinque a quattro), così come alcune regole per l’Imu sugli immobili.

La modifica già approvata relativamente all’Imu riguarda, infatti, l’obbligo di ricevere un rimborso Imu per pagamenti non dovuti, a seguito di una recente sentenza della Corte Costituzionale che ha stabilito che se due coniugi hanno residenze separate nello stesso comune o in località diverse e si tratta di residenza effettive e non fittizie, allora si ha diritto a una doppia esenzione e non all’esenzione solo su una abitazione e pagamento Imu sull’altra.

Ciò significa che chi ha già pagato l’Imu su una seconda casa, come previsto dalla normativa, ha diritto ad avere un rimborso e la domanda per ottenere il rimborso del pagamento Imu si può presentare entro cinque anni dal pagamento. Il rimborso Imu deciso dalla Consulta spetta ai coniugi per l’imposta versata negli ultimi cinque anni, dal 2017 al 2022 e la domanda per avere il rimborso deve essere presentata al proprio Comune di residenza.

Particolare attenzione sul capitolo tasse riguarda la tassazione sui redditi, tra redditi di lavoro dipendente e redditi da lavoro autonomo. Via libera all’aumento della soglia reddituale per rientrare nel regime di flat tax da 65mila euro a 85mila euro e prevista anche la flat tax incrementale al 15% per titolari di Partita Iva ma entro una franchigia del 5%. Stando, infatti, a quanto annunciato, la flat tax non varrà oltre il tetto massimo di 40 mila euro.

La flat tax incrementale con aliquota al 15% varrà per una quota di aumento del reddito 2022 rispetto al più alto reddito dichiarato nei tre anni precedenti e assoggettato all’Irpef e fino al limite di 40mila di differenza di reddito.


Dunque, sul reddito complessivo che si guadagna, si manterrebbero le aliquote Irpef attualmente in vigore per poi applicare l’aliquota del 15% su tutto l’eventuale guadagno in più percepito nei tre anni precedenti, quindi tra il 2019 e il 2021. 

Per le tasse su stipendi di lavoratori dipendenti, è stato approvato un nuovo taglio del cuneo fiscale di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro e di 3 punti per redditi fino a 20mila euro; via libera alla decontribuzione fino ad un massimo di seimila euro per le aziende che intendono assumere a tempo indeterminato giovani under 36 che hanno già un contratto a tempo determinato e donne ma anche precettori di reddito di cittadinanza e cambia anche l’aliquota dei premi produttività, abbassata al 5% fino a 3mila euro, abbassata dunque dal 10% precedente.

Nel 2023 non dovrebbero cambiare le tasse sulle pensioni. Quando si parla, infatti, dei nuovi piani del governo di un nuovo taglio del cuneo fiscale o introduzione della flat tax incrementale, si tratta di cambiamenti delle tasse per gli stipendi dei lavoratori che non dovrebbero interessare le pensioni.

Rientra nel capitolo tasse anche il nuovo piano di rottamazione 2023, tra condoni totali di cartelle e multe di importo entro i mille euro e sconti e agevolazioni per pagamenti di sanzioni e interessi per pagamenti di cartelle di importo superiore ai mille euro e anche oltre il 2015.

Detrazioni e bonus come cambiano nel 2023 tra modifiche già ufficiali e probabili

Anche bonus e detrazioni si preparano a cambiare nel 2023 con una serie di modifiche al vaglio del nuovo governo e altre già decise. Le ultime notizie confermano come il governo stia studiando una revisione di tutte le detrazioni fiscali e alcuni bonus in vigore, soprattutto in riferimento alle detrazioni fiscali al 19% oggi in vigore per tutti entro determinate soglie di reddito e franchigie, come spese veterinarie, o per le attività sportive per i figli, o per le spese universitarie, ecc.

Se oggi, infatti, la soglia di reddito che dà pieno diritto ad usufruire delle detrazioni fiscali in vigore è fissata a 120mila euro e superato tale limite il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento del reddito complessivo pari a 240mila euro, il governo pensa di ridurre la soglia dei 120mila euro, dimezzandola fino a 60mila euro per ottenere la detrazione piena del 19%.

Cambia anche l’assegno unico per i figli, con aumenti per tutti e soprattutto per famiglie numerose, famiglie con figli disabili e per il primo anno di vita del bambino. Passando ai bonus edilizi in vigore, sarebbero stati già tutti confermati per il prossimo anno 2023, ad eccezione del bonus facciate al 60% sulle spese sostenute per il rifacimento delle facciate di casa e del superbonus 110%, ridotto al 90% nel 2023.

Per usufruire del bonus 110% i condomini hanno tempo ancora fino a tutto il 2023, mentre per gli interventi agevolati sulle villette unifamiliari c’è ancora tempo solo fino alla fine di quest’anno e solo per chi ha effettuato almeno il 30% dei lavori entro settembre. 

Per i condomini è stato già deciso che a partire dal primo gennaio 2023 potranno detrarre il 90% delle spese sostenute, ad eccezione degli interventi per i quali, alla data del 25 novembre 2022, sia stata presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) e, in caso di interventi su edifici condominiali, sia stata deliberata dall’assembleare l’esecuzione dei lavori in data antecedente al 25 novembre 2022. 

Per le villette unifamiliari, nel 2023 ci saranno modifiche per interventi per i quali è già stato completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, e potranno portare in detrazione al 110% le spese sostenute fino al 31 marzo 2023, mentre per gli interventi avviati dal primo gennaio 2023, la detrazione spetta al 90% anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 purchè l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale e il contribuente abbia un reddito entro i 15mila euro.