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Novità per tasse, revisione dei bonus edilizi e aumenti di pensioni e stipendi: quali sono misure e novità che potrebbero rientrare nella nuova Manovra
Dopo la vittoria alle elezioni del centrodestra e il nuovo governo Meloni, nell’attesa della formazione completa della nuova squadra di governo e del suo insediamento ufficiale, si inizia a lavorare sulle misure della prossima Manovra che, come ogni anno, deve essere approvata entro dicembre per poi entrare in vigore a partire da gennaio 2023. Vediamo di seguito cosa potrebbe rientrare nella nuova Manovra Finanziaria 2022-2023 per tasse, pensioni, bonus edilizi, stipendi.
Un tesoretto di 20 miliardi lasciati in eredità dall’ex governo Draghi: riparte da qui il nuovo governo di centrodestra per la prossima Manovra Finanziaria 2022-2023 e si starebbe già lavorando sulle misure che potrebbero rientrare nella nuova Manovra ma ci sono problemi di soldi e tempi
Dei 20 miliardi lasciati dal governo Draghi, 10 sarebbero da impiegare in misure contro il caro bollette e gli altri 10 rimarrebbero a disposizione per la definizione di ulteriori provvedimenti da inserire nella Manovra per aiutare famiglie e imprese e Fratelli di Italia punta a recuperare ulteriori risorse dai fondi strutturali 2014-2020 non spesi dall’Italia, che al momento sarebbero la metà di 45 miliardi, circa 23 miliardi di euro.
Per poter, però, usare questi soldi bisogna avere il consenso dall’Ue, e i tempi per averlo sarebbero decisamente lunghi per lo sblocco per misure per la Manovra entro fine anno. I 10miliardi di euro restanti del tesoretto Draghi, oltre i 10 da usare contro il caro bollette, potrebbero nel frattempo essere impiegati per la revisione delle tasse e per aumentare le pensioni ma non sarebbero risorse sufficienti per soddisfare tutte le richieste per le pensioni, tra aumenti e uscite anticipate.
Stando ad alcune simulazioni, infatti, per l’aumento delle pensioni con la rivalutazione al 10% nel 2023 per adeguamento all’inflazione servirebbero circa 10 miliardi, per cui si impiegherebbero tutte le risorse a disposizione senza lasciare margini per ulteriori interventi per le pensioni, considerando che per uscite anticipate per la pensione si calcolano ulteriori 3-4miliardi di euro, né per nuove misure per il lavoro.
Dunque, i 10 miliardi di euro a disposizione si potrebbero usare solo per pochi interventi e lavorare per recuperare ulteriori risorse, circa 2miliardi di euro, che potrebbero derivare dalla revisione, annunciata, dei bonus edilizi e dalla cancellazione, anch’essa annunciata, del reddito di cittadinanza così come attualmente modulato, per poi lavorare su tasse, pensioni e stipendi, focalizzandosi, per esempio, su aumento di pensioni e stupendi, o interventi specifici sulle tasse in generale, per poi procedere alla rivalutazione delle pensioni nel 2023 per aumentare gli assegni mensili.
Il capitolo tasse da definire per il nuovo governo Meloni parte dalla questione taglio cuneo fiscale per aumentare contestualmente gli stipendi degli italiani e potrebbe seguire quanto già deciso dall'ormai ex governo Draghi, ma si parla, come accennato, anche di riordino dei bonus edilizi, mantenendo comunque tutele per le situazioni aperte, in modo da non creare problemi a famiglie e imprese con in corso già procedimenti.
Nel mirino del riordino non solo il superbonus 110% come già annunciato ma anche altri bonus edilizi come sismabonus, bonus facciate, ecc, con misure che, come assicurato, continueranno ad essere garantite ma con una revisione dei meccanismi di funzionamento e di responsabilizzazione di imprese e famiglie.
Per una revisione del cuneo fiscale e contestuale aumento degli stipendi, nella nuova Manovra Finanziaria 2022-2023 potrebbe rientrare anche la cosiddetta flat tax incrementale sui redditi aggiuntivi rispetto all’anno precedente, che non richiederebbe molte risorse per cui potrebbe essere definita sin da subito.
La nuova Manovra Finanziaria 2022-2023 deve essere approvata, come ogni anno e come previsto per legge, entro la fine dell'anno. Il percorso è, però, ad oggi ancora lungo, considerando le nuove elezioni, improvvise, i tempi di insediamento ufficiale del nuovo governo di centrodestra.
Intanto, il 28 settembre il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla Nadef, la nota di aggiornamento al Def, che aggiorna le previsioni economiche di finanza pubblica e rappresenta il primo passo verso la definizione ufficiale della Manovra Finanziaria 2022-2023, previsioni in peggioramento, come ben immaginabile.
Nella Nadef si legge infatti che nel 2023, a causa dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6% rispetto al 2,4% programmatico del Defdi aprile e l’indebitamento netto tendenziale è previsto al 3,4%, inferiore all’obiettivo programmatico del 3,9% del Def.
Secondo il calendario dei lavori che portano alla definizione della Manovra, l’appuntamento successivo alla Nadef è quello fissato al 15 ottobre, data in cui dovrebbe essere inviata alla Commissione Europea una sintesi del progetto di bilancio per il 2023.
Tuttavia, i tempi della nuova Manovra si incrociano con quelli di definizione del nuovo governo che prevedono il 13 ottobre la prima riunione del nuovo Parlamento con l’elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato e solo dopo potranno partire le consultazioni al Quirinale. Conclusi gli incontri, il presidente della Repubblica affiderà l’incarico per la formazione del Governo e ci vorranno altri giorni per la scelta dei Ministri e il successivo giuramento.
Nel frattempo, sul fronte calendario per la Manovra: