Qual è la verità sul calcolo delle tasse da pagare con nuova delega fiscale approvata: non tutti saranno più basse e molti pagheranno anche di più
La revisione delle aliquote Irpef attualmente in vigore per la tassazione sui redditi e l’estensione possibile della no tax area sono state annunciate dal governo, insieme ad altre misure di detassazione che rientrano nella delega fiscale approvata ad agosto, come importanti misure per ridurre il carico fiscale e aumentare, di conseguenza, i reali guadagni.
La verità è, però, che non per tutti ci saranno tasse più basse con la delega fiscale approvata ma, anzi, per alcuni aumentano. Vediamo perché.
Altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo prevede le seguenti aliquote:
Ulteriore ipotesi di revisione Irpef prevederebbe le seguenti aliquote:
Per i primi, infatti, è fissata a 8.500 euro e per i secondi a 8.174 euro. L’obiettivo del governo Meloni è quello di stabilire una soglia di reddito entro il quale non si pagano le tasse uguale sia per lavoratori che pensionati e potrebbe aumentare per tutti sugli 8.500 euro annui ma per i pensionati nulla cambierebbe.
Al di là della revisione delle aliquote Irpef, le tasse non saranno effettivamente più basse ma per alcuni aumenteranno non solo per la nuova Irpef ma anche per aumento delle addizionali locali, Irpef comunale e regionale, e aumento di tasse locale, come Imu e Tari.
Per quanto riguarda Imu e Tari, ogni singolo Comune può decidere le proprie aliquote di pagamento delle imposte. I Comuni possono, infatti, prevedere, tramite Decreto del Mef, modifiche e aumenti delle aliquote Imu ed è stato stabilito che, in mancanza di una delibera approvata e pubblicata tempestivamente entro il 28 ottobre dell’anno di riferimento, devono essere considerate le aliquote di base Imu e non più quelle vigenti nell’anno precedente, come prima accadeva.
Per permettere al Mef di pubblicare entro il 28 ottobre di ogni anno le nuove aliquote di pagamento Imu deliberate, i Comuni devono trasmetterle entro il termine del 14 ottobre dello stesso anno, per cui fino ad ottobre si possono decidere i nuovi aumenti Imu, per poi procedere al ricalcolo dell’imposta a dicembre per il pagamento del saldo in programma il 16 dicembre, dopo il primo acconto del 16 giugno.
Anche per la Tari sui rifiuti spetta ai Comuni stabilire le aliquote di pagamento dell’imposta e anche in tal caso sono molti i Comuni che hanno già deciso di aumentarle mentre altri sono ancora in fase di delibera.
Del resto, è stata la delega fiscale approvata a prevedere l’attuazione del federalismo fiscale, conferendo maggiore autonomia finanziaria agli enti locali e la possibilità di gestire in piena libertà le proprie finanze e imposte e ciò significa che regioni e Comuni possono decidere autonomamente come e quanto far pagare le imposte locali.
L’Imu diventa, dunque, un’imposta regionale e non più di competenza statale, perché con il federalismo fiscale le imposte regionali, come l’Imu e la Tari sui rifiuti, saranno modulate su un nuovo sistema fiscale per comuni, province e città metropolitane.
Stessa possibilità per Comuni e regioni riguarda l’eventuale aumento delle addizionali locali di Irpef comunale e regionale che in molti hanno già aumentato, e al massimo, portando ad aumenti vertiginosi delle imposte da pagare.