Tasse e contributi in Italia, salasso da 12mila euro all'anno per ogni cittadino
Quante tasse paga davvero ciascun italiano, quali sono le imposte maggiore e quante tasse si pagheranno nel 2018?
Le tasse in Italia sono di circa 8300 euro pagate ogni anno da ciasun italiano, lo affermo l'ultimo studio della CGIA di Mestre che speiga nel dettaglio quante e quali tasse paghiamo e se nel 2018 pagheremo più tasse rispetto al 2017
Alle singole imposte, nel 2017, che sono state versate per quasi 8300 euro, se si aggiungono i contributi previdenziali il costo delf isco per ogni itliano è di 12mila euro circa con un un 42,5% di tasse pagare.
La pressione fiscale italiana è la sesta nell'Ue. mentre in prima posizione di questa non certo esaltante classifica vi è la Francia, con il 48,7% a cui segue Danimarca, Belgio, SVeza e Finlandia.
Certo che queste nazioni, generalmente, danno, sottolinea sempre la Cgia di Mestre, numerosi servizi e aiuti ai cittadini e alla famiglie e difendono fortemente le proprie imprese. E questo non fa altro che peggiorare la situazione italiana.
Irpef e Iva sono le imposte più versate che rappresentano il 55,4% delle entrate fiscali dello Stato Italiano ovvero 502,6 miliardi di euro. A livello di incassato, sul totale, rappresentano pe importo, l'85,2%.
Non basta dunque, far calare la pressione come hanno promesso tutti i Governo e anche l'attuale esecutivo, ma occorre dare servizi e prestazioni sociali degne.
Per quanto riguarda le tasse e la pressione fiscale nel 2018, si capirà molto dal DEF in approvazione a Settembre e dalla Legge di Bilancio nuova. Dalla precedente, a cui, però, si attendono diverse correzioni, si può stabilire un certo aumento anche delle tasse, ma di qualche decimale.
La CGIA di Mestre ha lanciato l’allarme sulle famiglie italiane che, secondo gli ultimi dati elaborati dall’Ufficio studi, sono sempre più indebitate. La media è pari a 20.549 euro per un totale accumulato nei confronti degli istituti finanziari che ammonta a circa 534 miliardi di euro. Un trend che cresce in maniera costante dal 2014. Da allora il debito delle famiglie italiane è aumentato di circa quaranta miliardi e mezzo di euro con un +8,2% rispetto agli anni precedenti. Un indebitamento che in gran parte è riconducibile al fatto che le banche hanno riaperto i rubinetti del credito alle famiglie italiane.
Tra la fine del 2016 e la fine del 2017, ad esempio, gli impieghi bancari alle famiglie consumatrici per l’acquisto delle abitazioni sono aumentati dell’1,9 per cento, mentre i dati del credito al consumo, includendo anche le finanziarie, indicano un +8,3 per cento. La notizia è preoccupante anche in considerazione del ruolo economico rivestito dalle famiglie italiane. Una peculiarità rispetto ad altri paesi. Il sessanta per cento circa del Pil nazionale, infatti, è riconducibile ai consumi dei nuclei familiari. Visto che all’orizzonte si paventa il possibile aumento dell’Iva nel caso in cui scatteranno le clausole di salvaguardia per garantire gli impegni dell’Italia con l’Europa a rischio è la tenuta economica del paese e delle famiglie ubicate nelle realtà più in difficoltà del Paese.
Le imprese italiane letteralmente strangolate dal fisco: che in Italia la percentuale di tassazione fosse più alta rispetto a quella degli altri Paesi europei è cosa ormai ben nota, ma i numeri, anzicchè migliorare, continuano a crescere, dato che di certo non è positivo né per le imprese, che secondo le ultime notizie, sborserebbero ben cento miliardi di euro all’anno, né per le persone fisiche contribuenti del fisco, per cui spesso si arriva ad un pagamento delle tasse del ben 80% del guadagno. Una vera e propria follia.
Le ultime notizie confermano, infatti, che il peso della pressione fiscale sulle aziende sta diventando sempre più ‘importante’, riportando che tra tributi, imposte e contributi previdenziali, le imprese italiane pagano, per la precisione, ben 101,1 miliardi euro ogni anno al fisco, contribuendo per il 14,1% al gettito fiscale totale. Secondo il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, nonostante le imprese italiane siano letteralmente vessate da fisco, lo Stato non prevede alcuna agevolazione per favorirne la crescita. Anzi: sottolinea come il debito commerciale della pubblica amministrazione italiana nei confronti dei propri fornitori sia di circa 57 miliardi di euro. A strangolare le imprese italiane sarebbero, dunque, peso fiscale elevato, burocrazia lentissima e mancati pagamenti dallo stesso Stato.
E la situazione potrebbe diventare anche più negativa, se possibile, considerando che le ultime notizie confermano come la ripresa degli ultimi due anni stia rallentando, motivo fondamentale per indurre i nostri governatori ad una profonda revisione del sistema fiscale italiane, volta alla necessità di una riduzione delle tasse, e non solo per le imprese. Con particolare riferimento alle stesse imprese italiane, poi, sarebbe anche necessario alleggerire la burocrazia, accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione e stimolare nuovamente gli investimenti.
Secondo le ultime notizie rese note dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre, a superare il nostro Paese sarebbe solo l'Olanda. La stessa Cgia di Mestre sottolinea anche che il prelievo fiscale sulle imprese tedesche pesa per il 12,3% sul gettito totale, su quelle spagnole per l'11,6%, su quelle britanniche per l'11,4% e su quelli francesi per il 10,2%.