Tfs (tfr) statali, costi e tempi più lunghi nel 2023 pur con nuovo decreto ufficiale

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tfs (tfr) statali, costi e tempi più lun

Perché e come aumentano i costi e si allungano i tempi nel 2023 per pagamento Tfs agli statali: ecco cosa prevedono le ultime novità

Perché i costi e i tempi per pagamento del Tfs statali si allungheranno nel 2023 nonostante nuovo decreto ufficiale approvato? Raggiungere l’età della pensione significa per i lavoratori dipendenti avere diritto alla liquidazione del proprio Tfs (tfr), trattamento di fine rapporto che rappresenta una somma di denaro che viene ogni anno accantonato dal datore di lavoro e che deve essere pagato ai dipendenti al momento della cessazione del rapporto di lavoro (per qualsiasi motivo tale cessazione avvenga). Vediamo perché nel 2023 aumentano i costi e si allungano i tempi per avere il Tfs statali. 

  • Tempi per Tfs (Tfr) statali si allungano nel 2023 nonostante nuovo decreto ufficiale approvato
  • Costi più alti nel 2023 per liquidazione Tfs statali e motivi

Tempi per Tfs (Tfr) statali si allungano nel 2023 nonostante nuovo decreto ufficiale approvato

Nonostante sia stato approvato il nuovo decreto che proroga la convenzione Abi per la liquidazione dell’anticipo del Tfs ai dipendenti statali in maniera agevolata che permette ai dipendenti pubblici di avere subito il proprio Trattamento senza dover aspettare i lunghi tempi previsti dalla legge ma solo per richieste di importo massimo di 45mila euro e ad un tasso agevolato dello 0,4% e solo se si richiede alle banche convenzionate che hanno aderito all’Accordo Quadro, i tempi per la liquidazione del Tfs agli statali si allungheranno nel 2023.

Il motivo è spiegato: considerando i sistemi di uscita anticipata, insieme alle uscite normali per la pensione, i tempi per avere il Tfr potrebbero allungarsi perché insieme alle vecchie domande di liquidazione anticipata del Tfs si aggiungeranno le nuove, prospettando, secondo alcuni esperti, tempi decisamente più lunghi di lavorazione delle richieste.

Secondo le leggi in vigore, sono diversi i tempi di pagamento del Tfs (Tfr) agli statali in base al motivo di cessazione del rapporto di lavoro e sono:

  • dopo 12 mesi per cessazione del rapporto di lavoro se raggiungimento dei requisiti, limiti di età o di servizio, per andare in pensione; 
  • dopo 24 mesi per cessazione del rapporto di lavoro se per dimissioni volontarie.
Cambiano ancora i tempi per il pagamento del Tfs agli statali anche in base all’importo maturato durante il rapporto di lavoro e che può essere suddiviso nei seguenti modi:
  • in un’unica soluzione se l’importo è pari o inferiore a 50mila euro; 
  • in due rate annuali se l’importo è compreso tra 50mila euro e inferiore 100mila euro e se l’importo lordo complessivo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro la liquidazione del Tfs avviene in due rate, la prima pari a 50.000 euro e la seconda pari all’importo residuo; 
  • in tre rate annuali, se l’importo da liquidare è pari o superiore a 100mila euro.

Costi più alti nel 2023 per liquidazione Tfs statali e motivi

I lavoratori statali che vanno in pensione e non vogliono attendere i lunghi tempi di normale pagamento del Tfs possono ricevere subito il proprio importo chiedendo l’anticipo alle banche convenzionate e che erogano la somma dovuta sotto forma di finanziamento, con tasso agevolato allo 0,40%. 

Non sono, dunque, particolarmente alti i costi del rimborso del finanziamento, pur se bisogna comunque considerare un costo di rimborso che attendendo la normale liquidazione del Tfs non si pagherebbero, ma i costi per avere il Tfs anticipato per gli statali aumentano nel 2023 per effetto di una tassa occulta da pagare sul Tfs che ne riduce l’importo. 

Si tratta del tasso di inflazione che continua a salire e che incide sul pagamento delle tasse di chi deve avere il proprio Tfs. Per esempio, per capire di quanto la nuova tassa occulta dovuta all’inflazione potrebbe ridurre l’importo di un Tfs per gli statali, considerando il caso di un Tfs di importo circa 100mila euro, chi va in pensione quest’anno, con l’inflazione all’8-10%, prenderebbe anche meno di 90mila euro.