Tutte le novità da conoscere su assegni unici per figli tra aiuti cumulabili, aumenti, arretrati, trattenute

di Marianna Quatraro pubblicato il
Tutte le novità da conoscere su assegni

Quali sono e cosa prevedono aiuti e agevolazioni in vigore per figli compatibili con assegno unico: come cambia ancora l’importo della misura per figli

Quali sono tutte le novità da conoscere su assegni unici per figli tra aumenti, conguagli, arretrati e aiuti compatibili? Sono diversi bonus, aiuti e agevolazioni disponibili quest’anno per famiglie con figli, pur essendo stato introdotto lo scorso anno 2022 il nuovo assegno unico per figli che riunisce tutte le misure precedenti per famiglie con figli in un unico aiuto. Vediamo quali sono quest’anno e le altre agevolazioni in vigore compatibili. 

  • Novità assegno unico figli tra aumenti, conguagli e arretrati
  • Aiuti compatibili con assegno unico figli 2023

Novità assegno unico figli tra aumenti, conguagli e arretrati

E’ aumentato quest’anno l’importo dell’assegno unico per i figli quest’anno rispetto al 2022 per effetto della rivalutazione e in misura diversa in base alla fascia di reddito Isee di appartenenza. La rivalutazione è stata applicata a tutti i beneficiari dell’assegno unico, sia sugli importi minimi dell’assegno unico e sia sull’importo massimo. 

Ulteriori aumenti dell’assegno unico sono previsti da giugno per chi ha rinnovato l’Isee dopo la data del 28 febbraio 2023. Chi ha rinnovato, infatti, l’Isee entro gennaio 2023, come ogni anno previsto per legge, ha infatti già ricevuto da febbraio o marzo scorso i dovuti aumenti dell’assegno unico per figli dovuti alla rivalutazione, mentre chi non ha rinnovato l’Isee entro il 28 febbraio scorso o non lo ha proprio fatto e lo ha rinnovato successivamente, riceverà gli aumenti dovuti da giugno, insieme ai relativi arretrati.

Precisiamo che chi presenta l’Isee dopo il 30 giugno, riceverà l’aumento dell’importo dell’assegno unico dallo stesso mese in cui è stato presentato l’Isee ma senza gli arretrati da inizio anno. Le famiglie con figli possono, dunque, recuperare, gli arretrati per l’assegno unico per figli non pagati, che si aggiungono ad aumenti previsti facendo l’Isee o rinnovando l’Isee già fatto entro la fine del mese di giugno. Chi non procede con calcolo o rinnovo dell’Isee 2023 entro il 30 giugno 2023 non riuscirà a recuperare gli arretrati dell'assegno unico per figli, perdendo così tutte le mensilità precedenti dovute del beneficio. 
 
Gli importi dell’assegno unico per i figli aumentano non solo per ricalcolo con rivalutazione della prestazione 2023 ma anche per le maggiorazioni stabilite dalla legge da riconoscere alle famiglie in base alla loro composizione specifica.

Sono, infatti, previste maggiorazioni se entrambe i genitori sono lavoratori, o in presenza di bambini di età inferiore a un anno, o per nuclei con 3 figli e un Isee inferiore ai 40mila euro, o per famiglie con 4 figli. 

In particolare, le maggiorazioni ulteriori previste per l'importo complessivo dell'assegno unico per famiglie con figli disabili e in base al grado di disabilità sono le seguenti:

  • 105 euro mensili in caso di non autosufficienza;
  • 95 euro mensili in caso di disabilità grave;
  • 85 euro mensili in caso di disabilità media.
Per nuclei con almeno un figlio a carico con disabilità, deve essere, inoltre, calcolata anche l'ulteriore maggiorazione (dal primo gennaio 2023 e fino al 2026) per le famiglie con figli disabili e Isee fino a 25mila di 120 euro mensili da aggiungere agli importi base aumentati e alle maggiorazioni già previste.

Inoltre, per l’importo erogato dell'assegno unico per i figli nel 2023 sono previste maggiorazioni del:

  • 50% nel primo anno di vita del figlio;
  • 50% per le famiglie con almeno 3 figli e Isee fino a 40mila euro, per i soggetti da 1 a 3 anni compiuti.
Se, da una parte, c’è chi riceve aumenti dell’importo dell’assegno unico per figli a giugno, ci sono, dall’altra parte, genitori che a giugno devono rimborsare determinati importi di assegno unico per figli già ricevuti. 

L’Inps sta già provvedendo a recuperare sette mensilità, pagate da marzo a settembre, con una maggiorazione di 30 euro pagate in maniera errata per un importo complessivo da rimborsare che potrebbe arrivare fino a 210 euro per figlio.

Molti rischiano di dover restituire l’assegno unico per figli già ricevuto, perché quando la misura ha debuttato lo scorso anno, molte famiglie monogenitoriali hanno fatto richiesta della maggiorazione dovuta per entrambe i genitori lavoratori, pur se soli, e la maggiorazione è stata effettivamente pagata, come da richiesta, anche ai genitori soli che al momento della domanda hanno dichiarato di lavorare entrambe e di averne diritto.

L’Inps ha, quindi, erogato la maggiorazione richiesta in sede di domanda di assegno unico, ma sono poi partiti i controlli e mentre ad alcuni il pagamento della maggiorazione è stata già bloccata ad ottobre 2022, ad altri sarà richiesto di rimborsare le somme in più percepite e non dovute.

Secondo le leggi in vigore, possono avere la maggiorazione per entrambe i genitori che lavorano, da aggiungere all’importo di assegno unico, solo i nuclei familiari in cui sono presenti entrambi i genitori che lavorano. La maggiorazione non spetta, dunque, ai nuclei monogenitoriali.

Aiuti compatibili con assegno unico figli 2023

Insieme all’assegno unico, come ulteriori misure compatibili, a sostegno delle famiglie ci sono anche altri aiuti, tra nuovi e già in vigore, a partire dal reddito di cittadinanza: l’assegno unico per figli è, infatti, cumulabile con il reddito di cittadinanza ma solo fino al limite dei 2mila euro al mese. 


Per il calcolo complessivo dell’importo di assegno unico per figli e reddito di cittadinanza si deve considerare la quota del beneficio economico del reddito di cittadinanza attribuibile ai componenti di minore età presenti nel nucleo familiare, in base ai parametri della scala di equivalenza.

La cumulabilità tra assegno unico per figli e reddito di cittadinanza prevede che i precettori di reddito di cittadinanza intestatari della relativa card percepiscano l’importo spettante dell’assegno unico tramite accredito sulla stessa carta del reddito di cittadinanza.

E’ compatibile con l’erogazione dell’assegno unico per figli anche la Naspi, indennità di disoccupazione che viene riconosciuta a tutti coloro che si ritrovano in totale stato di disoccupazione involontariamente, cioè per licenziamento o dimissioni per giusta causa, e che soddisfino altre specifiche condizioni per ottenere il beneficio. 

Anche il bonus asilo nido si può richiedere se si percepisce l’assegno unico per figli e viene riconosciuto come contributo per il pagamento delle rette per la frequenza degli asili. Il suo valore è variabile a seconda del valore Isee del nucleo familiare.

In particolare, l’importo del bonus asilo nido è di:

  • 3.000 euro l’anno per famiglie che hanno un Isee fino a 25 mila euro;
  • 2.500 euro l’anno per famiglie che hanno un Isee compreso tra 25 mila e 40 mila euro;
  • 1.500 euro l’anno per famiglie che hanno un Isee superiore a 40 mila euro e per famiglie che non presentano un Isee minorenni valido.
Possono chiedere il bonus asilo nido 2023 tutti i genitori, naturali, adottivi e affidatari, con figli iscritti gli asili nido e tutti i genitori di figli che soffrono di particolari patologie e non possono frequentare gli asili nido e per cui il bonus può essere usato per il pagamento di supporti che siano:
  • residenti in Italia; 
  • conviventi con il bambino;
  • cittadini italiani o comunitari o, in caso di cittadini di Stato extracomunitario, che abbiano regolare permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Precisiamo che la richiesta del bonus asilo nido 2023 può essere presentata solo ed esclusivamente dal genitore che sostiene effettivamente il pagamento della retta.

Chi percepisce l’assegno unico per figli può anche avere la Carta acquisti 2023, che spetta a chi ha compiuto 65 anni di età o ha figli di età inferiore ai 3 anni e soddisfa determinati requisiti reddituali. 

E’ possibile presentare domanda per avere la Carta acquisti 2023 solo se si soddisfano i seguenti requisiti:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’UE, o familiare di cittadino italiano o comunitario, non avente la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione Europea, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo o rifugiato politico o titolare di posizione sussidiaria;
  • aver compiuto 65 anni di età o avere bambini fino a 3 anni di età;
  • avere un Isee entro i 7.640,18;
  • essere iscritto nell’Anagrafe della Popolazione Residente (Anagrafe comunale);
  • avere un patrimonio mobiliare (o unito a quello del coniuge) entro i 15mila euro di Isee;
  • non essere intestatari, o singolarmente o insieme al coniuge, di più di una utenza elettrica domestica, di utenze elettriche non domestiche o di più di una utenza del gas;
  • non essere proprietario di più di un autoveicolo, più di un immobile ad uso abitativo con quota superiore o uguale al 25%, o immobili non ad uso abitativo o di categoria catastale C7 con una quota superiore o uguale al 10%;
  • non usufruire di vitto assicurato dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni per ricoveri in istituto di lunga degenza o detenuto.
La carta acquisti 2023 ha un importo di 40 euro al mese e viene ricaricata di 80 euro ogni due mese, per un importo complessivo annuo di 480 euro l’anno e può essere usato solo per l’acquisto di prodotti alimentari di prima necessità e in negozi convenzionati.

Sono compatibili con l’assegno unico per i figli anche nuove agevolazioni al via come reddito di Infanzia e Assegno di gioventù nuove misure per famiglie con figli previste dal nuovo Piano Famiglia 2023 che il governo Meloni sta mettendo per incentivare la natalità nel nostro Paese.

Partendo dal Reddito di Infanzia, si tratta della nuova misura di sostegno al reddito specifico per figli fino a 6 anni di età che potrebbe essere riconosciuto insieme all’assegno unico per figli per un importi di 400 euro al mese per ogni figlio di età inferiore ai sei anni.

Si tratta di una cifra piuttosto alta e che potrebbe essere ulteriormente aumentata per famiglie in condizioni particolari, per esempio nel caso in cui sia presente nel nucleo familiare un figlio con un handicap, o nel caso di una famiglia con un solo genitore.

La cifra da riconoscere per il nuovo reddito di infanzia servirebbe per coprire le spese per le necessità dei primi anni di vita del figlio e, vista la cifra ipotizzata, potrebbe certamente rappresentare un ulteriore importante aiuto per chi ha figli, soprattutto se piccoli.

Per figli più grandi il governo pensa ad un’altra nuova misura da introdurre: si tratta del nuovo Assegno di Gioventù, che varrebbe per figli dai 7 fino a 25 anni di età e che dovrebbe avere un importo mensile di 250 euro al mese da dedicare soprattutto alle spese per l’istruzione scolastica e la formazione dei figli a carico delle famiglie e che comunque si affiancherebbe all’assegno unico per figli almeno fino ai 21 anni di età del figlio per poi essere erogato unicamente dai 21 ai 25 anni di età.