Fornire dati mendaci al controllore che sorprende il passeggero senza biglietto fa scattare il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale.
Non solo occorre attenzione a salire sull'autobus senza pagare il biglietto, ma bisogna stare attenti a fornire le giuste generalità nel caso di controllo da parte di un pubblico ufficiale. Insomma, bisogna dimenticare quella divertente gag nel film Tre uomini e una gamba del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. La realtà è ben diversa perché come stabilito dalla Corte di cassazione occorre usare il pugno duro nei confronti di chi mente sui dati personali. Non è insomma applicabile la norma sulla particolare tenuità del fatto che permette appunto la non punibilità. Secondo i giudici scatta inevitabile il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale, con tutto ciò che ne consegue,
Succede allora che fornire dati mendaci al controllore che sorprende il passeggero senza biglietto fa scattare il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale, almeno a partire dal 2023. Cosa significa?
Basta aprire il codice penale per sapere a cosa si va incontro: chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, l'identità o lo stato o altre qualità della propria o dell'altrui persona - si legge testualmente - è punito con la reclusione fino a tre anni.
Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto in una dichiarazione destinata ad essere riprodotta in un atto pubblico. Ed evidentemente fornire false generalità rientra appunto in questo caso.
A ricordare l'esistenza di questo reato è stata la Corte di cassazione che è stata interrogata sulla questione, non condividendo le ragioni del ricorrente.
Tuttavia occorre distinguere i due piani di lettura perché da una parte c'è il reato penale per chi fornisce false generalità mentre dall'altra c'è l'illecito amministrativo per chi viene semplicemente sorpreso in autobus senza biglietto. In questo caso non c'è naturalmente alcun rischio di reclusione fino a tre anni bensì una multa.
E ovviamente questo schema non si applica solo ai bus, ma anche agli spostamenti in metropolitana o i tram. Con un'altra precisazione: se il viaggiatore viene invitato a scendere costringendo il mezzo pubblico a fermarsi, ma oppone resistenza, scatta il reato di interruzione di pubblico servizio.
La questione è particolarmente intricata perché il conducente non può costringere il passeggero, con o senza documenti, a scendere alla fermata successiva.
Non può insomma chiudere le porte e andare avanti. Finirebbe infatti per trovarsi in una posizione di torto per aver tenuto in ostaggio il viaggiatore.