Domanda di cittadinanza italiana 2023, maggiori garanzie su avanzamento procedura
La questione della concessione della cittadinanza italiana 2023 continua a rimanere sotto i riflettori del legislatore italiano per via delle modalità da seguire. A oggi, è cittadino per nascita il figlio di padre o di madre cittadini; chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono.
Ed è considerato cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza. Allo stesso tempo, il riconoscimento o la dichiarazione giudiziale della filiazione durante la minore età del figlio ne determina la cittadinanza. Ad arricchire la normativa ci pensano quindi le sentenze dei giudici, chiamati a più riprese a pronunciarsi sulla materia. Approfondiamo un caso particolare ovvero:
La Corte di Cassazione ha quindi parlato chiaro: la morte di un coniuge non deve ledere i diritti del partner che rimane in vita. Lo ha precisato in relazione al caso dell'attribuzione della cittadinanza a una donna straniera il cui marito era morto nel tempo necessario per mandare avanti le pratiche per ottenere la cittadinanza. La donna, hanno argomentato i giudici, ha diritto a essere tutelata e veder salvo il godimento del proprio diritto.
Detto in altri termini, non si può negare la cittadinanza allo straniero sposato con un cittadino italiano ma rimasto vedovo dopo aver presentato la domanda e prima della definizione del procedimento che lo riguardava. Per i giudici, la morte, pur se scioglie il vincolo matrimoniale, non fa venire meno la pienezza delle tutele, privatistiche e pubblicistiche, fondate sull'aver fatto parte di una comunità familiare, basata sulla solidarietà coniugale, e dunque non può inibire la spettanza di un diritto sostenuto dai relativi presupposti costitutivi
La cittadinanza si acquista con decreto del Ministro dell'Interno, su richiesta dell'interessato, presentata al sindaco del comune di residenza o alla competente autorità consolare. Ma può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell'interno allo straniero del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado sono stati cittadini per nascita, o che è nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, risiede legalmente da almeno 3 anni.
Oppure allo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano che risiede legalmente nel territorio della Repubblica da almeno 5 anni dopo l'adozione. Quindi allo straniero che ha prestato servizio, anche all'estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato.
Poi al cittadino di uno Stato membro delle Comunità europee se risiede legalmente da almeno 4 anni nel territorio della Repubblica. Infine, all'apolide che risiede legalmente da almeno 5 anni nel territorio della Repubblica e allo straniero che risiede legalmente da almeno 10 anni nel territorio della Repubblica.
Disposizioni alla mano, il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano acquista la cittadinanza italiana quando risiede legalmente da almeno 6 mesi nel territorio della Repubblica, ovvero dopo 3 anni dalla data del matrimonio, se non vi è stato scioglimento, annullamento o cessazione degli effetti civili e se non sussiste separazione legale.