La chatbot che potrebbe rendere inutile Google e cambiare completamente Internet

di Chiara Compagnucci pubblicato il
La chatbot che potrebbe rendere inutile

La chatbot ChatGPT è stata lanciata da OpenAI, azienda di San Francisco già rinomata per il suo lavoro nell'intelligenza artificiale. Ecco perché potrebbe essere una svolta.

Senza alcuna esagerazione perché solo il tempo potrà dare una risposta definitiva, ma con questa nuova chatbot potremmo essere davanti a una rivoluzione nel mondo del web. E non solo. L'azienda statunitense OpenAI continua a essere sotto i riflettori svelando ChatGPT, una chatbot in grado di rispondere alle domande degli utenti e avviare una vera e propria conversazione.

La portata di questo sviluppo tecnologico è evidente: potrebbe essere un serio concorrente di Google in quanto lo strumento è capace di rispondere alle richieste degli utenti di Internet. Dal punto di vista tecnico, ChatGPT si basa su GPT-3.5, la nuova tecnologia di generazione del linguaggio naturale di OpenAI. È un modello simile a InstructGPT, sviluppato per fornire una risposta dettagliata. Approfondiamo meglio in questo articolo:

  • Perché la chatbot di OpenAI potrebbe cambiare completamente Internet
  • Il test della chatbot: sostituirai Google?

Perché la chatbot di OpenAI potrebbe cambiare completamente Internet

La chatbot ChatGPT è stata lanciata da OpenAI, una piccola azienda di San Francisco già rinomata per il suo lavoro nell'intelligenza artificiale. Ha già fatto scalpore con Dall-E 2, uno dei programmi in grado di creare un'immagine partendo da un testo. Già testato da più di un milione di utenti secondo il presidente di OpenAI Greg Brockman, ChatGPT sta facendo scalpore perché è in grado di generare contenuti scritti in autonomia.

Si va da barzellette a poesie, da problemi di matematica a programmi per computer. ChatGPT è un modello linguistico progettato per comprendere e generare testo in linguaggio naturale in molte lingue diverse, non solo in inglese e dunque anche in italiano. La chatbot mira a fornire risposte accurate alle domande, nei limiti delle sue conoscenze e capacità.

L'utilizzo di ChatGPT, almeno per ora, è gratuito. L'obiettivo è ottenere molti feedback dagli utenti e comprendere meglio i punti di forza e di debolezza per poter successivamente eseguire le necessarie ottimizzazioni. Tuttavia, essendo ancora nella fase beta, non è affatto da escludere che possa diventare presto uno strumento a pagamento.

Il test della chatbot: sostituirai Google?

Le possibili applicazioni di ChatGPT nella vita di tutti i giorni e in ambito professionale sembrano talmente vaste da essere probabilmente ancora oggi insondabili. ChatGPT sorprende anche per la fluidità e la complessità delle risposte che fornisce.

E questo, anche quando si cerca di intrappolarlo su questioni filosofiche spesso molto complicate da affrontare per una macchina. Per ottenere queste risposte, che sono vicine al linguaggio umano, il team di OpenAI ha addestrato e nutrito il suo robot con non meno di 500 miliardi di testi tratti da libri, enciclopedie e ovviamente dal sito web.

Inevitabilmente arriviamo a chiederci: con una chatbot del genere, Google potrà avere ancora un utilizzo? Quando gli abbiamo stato chiesto se "sostituirà Google", ecco le sue risposte: "No, non sostituirò Google.

Sono un modello linguistico formato da OpenAl e sono progettato per rispondere alle domande degli utenti in modo automatizzato. Sono in grado di fornire informazioni su una vasta gamma di argomenti, ma non sono un motore di ricerca come Google. Non ho accesso a Internet per cercare informazioni e non posso pubblicare risultati da fonti diverse come fanno i motori di ricerca. Per diventare più forte di Google avrei bisogno di avere accesso a un grande volume di dati e della capacità di elaborarli per fornire risultati pertinenti agli utenti".

Negli ultimi giorni, molti utenti hanno iniziato a twittare su #ChatGPT, condividendo i propri test del nuovo bot di OpenAI. Alcuni sono affascinati o divertiti mentre altri se ne preoccupano. Anche Elon Musk ha espresso la sua opinione su ChatGPT, il che non sorprende se si considera che ha partecipato alla fondazione di OpenAI. In un tweet, ha detto: "ChatGPT fa paura. Non siamo lontani da un'IA pericolosamente forte".