Dopo la crisi della metà degli anni ’90, i tentativi successivi di mantenere in piedi la baracca non hanno avuto una sorte diversa fino a giungere ai titoli di coda di questi giorni. A meno che...
E fu così che anche le alcove dove migliaia di persone hanno soddisfatto il desiderio di amore, furono costrette alla chiusura. No, non si tratta del finale di una favola inedita dei fratelli Grimm, ma di una notizia destinata a non passare inosservata. Dopo anni di lotta, di difficoltà economiche e di altre vicissitudini, la nota società che gestiva alberghi hot in Corso Lanza e viale Thovez ha dovuto alzare bandiera bianca ed arrendersi all’evidenza. Gli alberghi sono stati sfrattati a causa dell’iscrizione dell’immobile all’asta giudiziaria.
Un epilogo in qualche modo già scritto. Basta conoscere le varie tappe di un percorso accidentato fin dall’inizio, per comprendere quello che è accaduto. Dopo la prima crisi datata a metà degli anni ’90, che costò al proprietario di allora Giancarlo Vigo anche una condanna e un patteggiamento di 3 anni e sei mesi per la bancarotta, i tentativi successivi di mantenere in piedi la baracca non hanno avuto una sorte diversa. Almeno certamente non il lieto fine in cui molti speravano, più che credevano. Ecco la storia che ha tenuto con il fiato sospeso tantissimi ospiti che approfittavano dei ‘servizi’ offerti negli alberghi della catena “Six Love”.
La storia degli alberghi della catena Six Love che sono stati sfrattati a causa di una crisi che affonda le radici a metà degli anni ‘90, continua all’insegna dei successivi tentativi, falliti tutti, di tenere in vita gli alberghi pur dopo l’esito della gestione Vigo. Chiusa l’era Vigo infatti la catena attraversò un periodi amministrazione giudiziaria che in teoria avrebbe dovuto rilanciare l’attività ristabilendo un bilancio attivo. Ma come spesso accade la teoria e la pratica non coincidono e quindi, in seguito a questo secondo flop ci prova Roberto Mazzoni, già al corrente delle potenzialità di questa attività perché aveva avuto già una collaborazione con Vigo. Mazzoni decide di trasformare la catena in una sorta di luna park per adulti, con tariffe che partivano dai settantacinque ore per fittare una stanza per quattro ore ai 350 euro a notte per poter avere la suite con piscina. Ma anche in questo caso la fortuna non ha girato per il verso giusto.
E così l’epilogo ha confermato come l’amore non paga. Mazzoni infatti deve arrendersi nel momento in cui la palazzina che ospitava alcune stanze della catena è andata all’asta. Una soluzione ci sarebbe anche stata, visto che l’accordo per evitare questo era stato raggiunto per una cifra che si aggirava intorno al milione di euro anche senza ancora alcuna firma ufficiale a suggellare l’accordo.
E così, all’incirca quindici giorni fa gli alberghi della “Six love” sono stati sfrattati da corso Lanza. Stesso destino ineluttabile anche per le stanze in viale Thovez, dove i proprietari hanno ottenuto dal giudice un’ingiunzione. Sfratti giustificati dal mancato versamento del canone di affitto per molto tempo da parte della società Six Love. L’ultima speranza è nelle intenzioni della società "Food Architecture srl" che potrebbe immettere capitali nuovi per proseguire nel business. A fine novembre si saprà l’esito di quest’ultimo capitolo di un romanzo che tiene sulle spine molte, molte persone.