Pasta italiana, risultati nuovi test
Tra le penne passate sotto esame ci sono anche De Cecco, Barilla, Garofalo, La Molisana, Alce Nero, Rummo, Divella, Granoro e Voiello.
Nonostante gli studi contrastanti sugli effetti cancerogeni del glifosato, uno studio del Salvagente evidenzia le tracce di questo pesticipa e di molti altri all'interno delle paste italiane. Questo perchè, pur essendo un prodotto vietato in Italia, in Canada viene fatto largo uso di questo pesticida. Ecco le marche interessate, i risultati e come comportarsi.
Grazie ai problemi sollevati sul glifosato la situazione, almeno per i prodotti made in Italy sembra in miglioramento. L'utilizzo di prodotti trattati con glifosato infatti sembra ridursi, almeno per i prodotti italiani, mentre resta critica la situazione per i prodotti esteri che utilizzano elementi ancora trattati con il glifosato, che ricordiamo sempre più ricerce lo associano come elemento cancerogeno.
Il glifosato è un elementopotenzialmente molto cancerogeno, presente, però, in tanti alimenti tra cui la pasta ma non solo. Vediamo, quali sono le amrche più a rischio in Italia da una nuova analisi del Salvagente.
Dunque, la situazione è in netto miglioramento? Per la pasta sembra che si stia andando nella giusta direzione, ma a livello di cibi e bevande in generale, soprattutto non made in Italy, o che, comunque, usano prodotti esteri, i rischi vi sono ancora. Tra l'altro alcune ricerche hanno dimostrato una maggiore correlazione tra glifosato e malattie, come anche i tumori tanto che anche un tribunale Usa ha dato ragione ad un malato in una sentenza storica. (aggiornamento ore 8,15)
Il glisofato è un problema per la pasta, ma anche per tanti altri cibi e alimenti compreso anche il vino. Da poco c'è una vera e propria campagna dei produttori italiani, almeno di alcuni, per eliminare l'uso di questo pesticida per quanto riguarda il prosecco e cerca di ritornare a rimedi più naturali possibili. (aggiornamento ore 23,13)
C'è da ricordare che il glifosato rimane uno dei pesticidi peggiori a livello mondiale, dopo che nonostante le forti richieste, neppure l'Ue ha deciso un abbassamento del livello, lasciandolo dopo una lunga discussione uguale a quello attuale nella coltivazione dei campi. Ma sono, sempre di più, gli stessi produttori, soprattutto nella filiera italiana della pasta, ad aver eliminato questo pesticida o averlo ridotto fortemente. E nello stesso tempo molte marche utilizzano sempre meno il grano estero. (aggiornamento ore 17,02)
Il Salvagente ha condotto un nuovo studio e test per analizzare le micotossine e il glifosato presente nella pasta italiana, dopo un riscontro effettivo del calo del grano importato dal nord america e dal Canada, da dove si evincono minori rischi che comunque rimangono. (aggiornamento ore 10,46).
Tradizionali, biologiche, integrali: sono 23 i pacchi di pasta italiana (penne per le precisione) che sono finiti sotto al microscopio. L'analisi del Salvagente è andata alla ricerca di glifosato pesticidi e micotossine. Sotto esame sono finite alcune della marche più popolari tra i consumatori italiani, come De Cecco, Barilla, Garofalo, La Molisana, Alce Nero, Rummo, Divella, Granoro e Voiello. La spinta a volerci vedere chiaro è arrivata dalla richiesta dei consumatori di una materia prima senza glifosato e senza Don, la cosiddetta vomitossina. E se i risultati possono definirsi soddisfacenti - viene fatto notare - è anche per via della differente materia prima. I produttori di pasta fanno infatti meno riferimento a quel grano canadese e statunitense troppo spesso contaminato dal Don e con residui di glifosato. E allora, quali sono le migliori? Quale scegliere?
Dal punto di vista metodologico, le analisi sono state svolte in tre laboratori diversi. Le prove sulle micotossine sono state svolte presso il laboratorio di Chimica degli alimenti del dipartimento di Farmacia dell'Università Federico II di Napoli. I test per valutare la concentrazione di proteine e le prove sulla tenuta in cottura della pasta sono stati condotti nei laboratori del Gruppo Maurizi a Roma. Infine l'analisi multiresiduale sui pesticidi è stata eseguita dalla pH Srl di Tavernelle Val di Pesa. Gli indicatori presi in considerazione per il voto finale sono stati origine del grano, glifosato, altri pesticidi, presenza di Don, livello micotossine, proteine e prova cottura. Rinviando allora al nuovo numero della rivista per tutti i dettagli ovvero i risultati del test e le valutazioni per ogni pacco di pasta (incluso il prezzo), le paste esaminate sono state De Cecco, Voiello 100% grano aureo, De Cecco integrale, La Molisana, Rummo, Garofalo, Alice Nero Bio, Rummo Bio integrale, De Cecco Bio, Buitoni, Coop Bio, Barilla Bio, Barilla,
Garofalo, Divella, Esselunga, Coop: Granoro, Molisana integrale, Del Verde, Combino (Lidl).Limiti di legge per le sostanze cercate
Come fa notare Il Salvagente, sempre molto attento nel test in laboratorio, esistono limiti di legge specifici per le diverse sostanze cercate. In alcuni casi non è stato ancora fissato una soglia. Ogni limite si riferisce al grano. Glifosato: 10 mg/kg. Cloropirifos 0,05 mg/kg. Cipermetrina 2 mg/kg. Deltametrina 1 mg/kg. Per il Piperonil butossido non c’è limite. Pirimifos 5 mg/kg. Per le micotossine la situazione è meno normata. Deossinivalenolo (Don): 200 mcg/kg nella pasta per bambini; 750 per quella per adulti. Aflatossina B1: 2 mcg/kg nei prodotti per adulti; 0,10 nel baby food. Fumonisine B1+B2: 1.000 nei prodotti per adulti, 200 nel baby food. Zearalenone: 20 mcg/kg nel baby food a base di mais e cereali trasformati. Su enniatine e altre micotossine emergenti non ci sono ancora limiti.