Ecco cosa sta succedendo, in modo particolare al Movimento 5 Stelle ma non solo secondo i sondaggi interni aggiornati ad oggi mercoledì-giovedì 22-23 Settembre
Sembra che sia ancora tutta da scrivere la partita delle elezioni politiche in Italia. A differenza di quanto si diceva fino a un mese fa, non è affatto detto che il centrodestra vinca a mani bassi. Anzi, le urne potrebbero svelare scenari inaspettati.
Ed è un po' quello che stanno spiegando i vari leader politici che si fanno probabilmente forza con i sondaggi interni. In fondo basta osservare le mosse dei partiti per trarre qualche prima conclusione:
Tra le figure emergenti c'è Carlo Calenda, già ministro dello Sviluppo economico. A Napoli, con Matteo Renzi ha attaccato Giuseppe Conte sul reddito di cittadinanza: "Non sono soldi tuoi, vengono da imprenditori e lavoratori". Lo ha insomma attaccato proprio sul suo terreno.
In grande spolvero, ma a quanto pare un po' in affanno in questi ultimi decisivi giorni di campagna elettorale, c'è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia e decisa a diventare la prima premier della storia della Repubblica italiana. Ma c'è un aspetto da rilevare. Chiuderà la sua campagna elettorale a Bagnoli, in un territorio in cui gli avversari provano a frenarla. Proprio in un territorio in cui il Movimento 5 Stelle guidato da Conte è dato in grande spolvero.
Da un leader di centrodestra all'altro, Matteo Salvini ha cambiato strategia. Ha lasciato il Sud preferendo fare ritorno al Nord, per non regalare gli elettori della Lega a Meloni. Quanto avrà pesato in questa scelta anche il trend crescente registrato da Conte?
La battaglia è quindi su temi. Salvini dice che il reddito di cittadinanza va rivisto togliendolo a chi rifiuta un lavoro, Meloni vuole abolirlo. In relazione alle tasse, altro tema caldo della campagna elettorale, la Lega vuole la flat tax al 15%, la presidente Fdi pone il problema delle risorse per cui invoca una soluzione più graduale. Per quanto riguarda l'autonomia, per Meloni una riforma in senso presidenziale è la priorità mentre Salvini è chiaro: "Facciamo prima l'autonomia".
Sul deficit, Salvini per uno scostamento di bilancio da 30 miliardi, per Meloni mon è la soluzione, ma sono soldi alla speculazione. Fdi e Lega sono quindi contro la risoluzione dell'Unione europea e anti-Ungheria e per lo stesso Berlusconi, Orban non sarà mai il modello. Infine, sul versante sanzioni, Salvini ha sempre definito inutili quelle alla Russia. La leader di Fdi ha detto che restano lo strumento più efficace.