Coronavirus, rischi a nuotare in mare
Per tutta la fase 2 occorrerà comunque rispettare il distanziamento sociale tra persone. Questa regola continuerà a valere sulle strade, sulle spiagge, nel mare e in piscina.
La bella stagione si avvicina a grandi passi e anche se il nemico del coronavirus non è stato sconfitto, ma semplicemente domato, la voglia di stare all'aria aperta aumenta giorno dopo giorno.
Anzi, c'è già chi immagina come e dove trascorrere le vacanze, purché in sicurezza. Il mare, ad esempio, è un luogo sicuro oppure ci sono pericoli mentre si nuota con altre persone (senza mascherine) nei paraggi?
E la stessa domanda vale anche per la piscina: si può essere contagiati? Gli esperti sono pronti a rispondere anche a questi quesiti da un punto di vista scientifico, ma in ogni caso non vanno dimenticate le disposizioni legislative che resteranno in vigore anche dopo che l'attuale fase 1 sarà terminata.
Per tutta la fase 2, che inizierà formalmente il 4 maggio, ma la cui durata è indefinita ovvero fino a quando non si troverà il modo per essere immuni al coronavirus, occorrerà comunque rispettare il distanziamento sociale tra persone.
Questa regola continuerà a valere sulle strade, sulle spiagge, nel mare e in piscina ovvero in tutti i luoghi pubblici e privati. Vediamo quindi
Si avvicina a grandi passi il momento in cui dovremo compiere la nostra scelta: andare o non andare al mare? E in piscina? Ci sono rischi di essere contagiati dal coronavirus?
Senza dubbio il ritorno in spiaggia non avverrà nei modi in cui siamo stati abituati fino allo scorso anno e la regola del distanziamento sociale dovrà ancora essere rispettata.
Ma in attesa che l'Istituto superiore di sanità e il Ministero della Salute ci forniscano tutte le indicazioni, è possibile fare chiarezza su alcune questioni.
Ebbene, il mare è sicuro ovvero non è contaminato dal coronavirus. A essere contagiose sono le altre persone e di conseguenza, spiegano gli esperti, non ci sono rischi di trasmissione.
Come viene fatto notare da Alfredo Rossi, medico e direttore sanitario della Società Nazionale di Salvamento, il virus è presente a livello critico solo nelle aree marine adiacenti allo sversamento e nelle acque reflue di scarichi organici a causa della trasmissione fecale, proprio come succede per altri virus e batteri.
Il consiglio è comunque di evitare le zone pericolose, in genere non balneabili e comunque adeguatamente segnalate.
Lo stesso concetto si applica a chi nuota in piscina: la trasmissione del coronavirus non avviene attraverso l'acqua ma attraverso l'aria espirata e il contatto umano se i due nuotatori si trovino troppo vicini.
Mantenere le distanze in piscina è importante, anche se non sempre possibile considerando gli spazi ridotti, proprio per evitare il contagio, così come accade fuori dall'acqua attraverso tosse, starnuti e respirazione ravvicinata.
Ecco perché i gestori delle piscine, comunali e privati, si stanno organizzando per predisporre le necessarie misure di sicurezza. Ad esempio gli ingressi a turni e il prolungamento degli orari del servizio, fino alle 23. A Milano, ad esempio le operazioni sono in corso e comprendono anche il ripensamento degli spazi comuni, come i giardini e il solarium.
L'idea è di installare delle docce e montare divisori per sostituire in parte gli spogliatoi e ridurre la concentrazione di persone.