La truffa più comune di questi tempi per non pagare il riscaldamento consiste nella rimozione del contacalorie. Eccome come funziona e perché è rischiosa.
Credere di essere il più furbo di tutti non è quasi mai una buona idea. Anche e soprattutto quando di mezzo c'è l'intenzione di commettere una truffa. Come quella del riscaldamento all'interno di un condominio. I fatti di cronaca di questi giorni dimostrano come prima o poi i nodi vengono al pettine ovvero viene scoperto il proprio comportamento fuori legge. Vale la pena saperne di più:
C'è però un particolare da non perdere di vista: l'installazione di questi dispositivi è un obbligo di legge per i condomini con riscaldamento centralizzato. Funzionano tramite delle sonde interne che misurano la temperatura, che vengono impostate da un tecnico specializzato e - dettaglio di primissimo piano - non possono essere modificate o controllate dall'utente. Eppure alcuni condomini decidono di rimuoverli.
Le informazioni sui consumi di ogni singola unità abitativa sono gestite da società esterne. La lettura del consumo energetico viene eseguita da un tecnico dell'azienda che fornisce il gas, che verifica i dati sul display e successivamente il contabilizzatore è resettato fino al prossimo controllo periodico.
Il contacalorie ha lo scopo di limitare gli sprechi energetici attraverso una maggiore consapevolezza nell'utilizzo dell'impianto. Utilizzando un dispositivo applicato sulla superficie dei caloriferi, il contacalorie registra il calore emesso e quantifica il consumo reale. I dati raccolti vengono utilizzati per calcolare la spesa effettiva per ogni famiglia in un condominio. In questo modo, gli inquilini pagano solo per il gas effettivamente utilizzato, più una quota energetica base uguale per tutti.
Questa soluzione rappresenta un significativo miglioramento rispetto al passato, in cui le spese e i consumi erano divisi solo in base alla dimensione degli appartamenti. Il prezzo per ogni contabilizzatore varia a seconda del modello, ma di solito si aggira intorno ai 100 euro. È importante notare che questi dispositivi non devono essere confusi con i termostati, che hanno il compito di regolare la temperatura e la quantità d'acqua nei radiatori.
Chi commette azioni illegali deve essere evidentemente ben cosciente dei rischi che corre. Anche e soprattutto a livello penale. La contestazione che viene mossa è infatti di tentato furto. Basta sfogliare il Codice penale fino all'articolo 624 per scoprire che la pena è la reclusione da 6 mesi a 3 anni, a cui aggiungere il pagamento di una multa tra 164 e 516 euro per chi si impossessa di una cosa mobile di proprietà di altri con l'intento di trarne profitto.
Andando ancora più nello specifico delle disposizioni vigenti, il secondo comma della norma specifica che la legge penale considera cosa mobile qualsiasi tipo di energia che abbia valore economico. Nel caso in cui il contacalorie venga danneggiato, al condomino potrebbe inoltre essere contestata l'aggravante prevista dal secondo comma dell'articolo 625 del codice penale ovver un aumento di pena da 2 a 6 anni e una multa compresa tra 927 e 1.500 euro.