quanto aumentano stipendi statali una tantum legge
Come cambiano gli stipendi degli statali quest'anno nel 2023 con nuovo pagamento una tantum: cosa prevede la novità della Manovra di Bilancio e perché è stata introdotta
A chi e di quanto aumentano stipendi statali una tantum nel 2023 con nuova legge in manovra di bilancio? Dopo la chiusura di trattative per rinnovi di contratti di lavoro Ccnl in diversi settori, a partire dal comparto degli statali, e che hanno previsto aumenti degli stipendi tabellari con riconoscimento di tutti gli arretrati dovuti da pagare subito, per i lavoratori statali si prospettano ancora novità per il 2023 in tema di aumento degli stipendi. Vediamo cosa prevede la nuova Manovra di Bilancio in merito.
L’emolumento accessorio una tantum sarà pari all’1,5% dello stipendio da calcolare solo ai fini del trattamento di quiescenza, per cui non sarà calcolato ai fini dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, del Tfr, Trattamento di fine rapporto.
L’importo è, inoltre, da intendersi al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni, concorre a costituire l’importo complessivo massimo e sarà corrisposto per tredici mensilità. Ribadiamo che il nuovo aumento una tantum all’1,5% per incrementi di stipendi per adeguamento al caro vita spetterà solo ed esclusivamente ai lavoratori dipendenti statali.
Il nuovo aumento una tantum straordinario per aumentare gli stipendi degli statali più che un bonus contro l’inflazione, che continua a salire creando non poche difficoltà economiche ai lavoratori alle prese con il caro vita sempre più insistente, rappresenta una sorta di anticipo dei prossimi rinnovi contrattuali, considerando che quelli chiusi quest’anno sono arrivati con molto ritardo rispetto ai tempi previsti dalla legge.
Di solito, infatti, quando il governo deve prepararsi al rinnovo dei contratti statali stanzia inizialmente una somma bassa nella Manovra di Bilancio per poi alzarla l’anno successivo e l’ultimo anno del triennio prima del rinnovo effettivo e, una volta firmato il contratto, che avviene sempre in ritardo, lo Stato provvede a pagare anche gli arretrati dovuti.
Questa volta, per evitare ulteriori pagamenti di arretrati (di nuovo), il governo ha deciso di ricorrere ad aumenti una tantum per iniziare ad adeguare gli stipendi degli statali ai rinnovi che saranno poi valutati in base all’andamento dell’inflazione in quel momento.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, gli stipendi degli statali che dovrebbero aumentare con questo nuovo emolumento accessorio una tantum all’1,5% dello stipendio aumenteranno più per chi percepisce importi più alti.
Per esempio, se per i dipendenti dei Ministeri, l’aumento una tantum sarebbe, in media, di 20,8 euro lordi al mese nella fascia retributiva più bassa, si arriva a 54 euro di aumento per dirigenti di seconda fascia, fino a 74 euro al mese in più per dirigenti di prima fascia.