Assenza giustificata lavoro 2022 i motivi validi, se viene pagata e quanto
Proprio in questo periodo di profonda incertezza per via delle conseguenze del coronavirus in Italia, torna al centro dell'attenzione la questione dell'assenza dal lavoro.
Quando è giustificata ovvero quando è possibile non presentarsi sul posto di lavoro senza subire conseguenze disciplinari o economiche?
Occorre necessariamente fare una distinzione di base perché da una parte ci sono le misure straordinarie che il governo ha previsto per fronteggiare la situazione. E numerose tra queste riguardano proprio il mondo del lavoro.
Dall'altra ci sono invece le numerose norme introdotte nell'ordinamento italiano e singolarmente recepite dalle varie categorie attraverso i Contratti collettivi nazionali di lavoro.
Prima di entrare nel vivo della questione, chiariamo che il lavoratore dipendente non può per definizione procedere in totale autonomia, ma deve sempre tenere conto delle esigenze e della volontà del datore di lavoro ovvero dell'azienda.
Le decisioni sulle assenze, al netto di situazione di emergenza, devono quindi essere concordate o comunque comunicate sulla base della normativa vigente. Vediamo dunque
Ebbene, per rimanere nella stretta attualità, nel caso di assenza per via dell'ordine della pubblica autorità che impedisce ai lavoratori di uscire di casa (magari finalizzato alla tutela della salute delle persone come nel caso del rischio di contagio dal coronavirus), la retribuzione pagata e il comportamento è giustificato.
Si concretizza infatti la situazione per cui diventa impossibile recarsi al lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà.
Rientra nella tipologia di ricovero per patologie o interventi l'assenza per quarantena ovvero per quei lavoratori in osservazione con sintomi riconducibili al virus. In questo caso è disciplinata secondo le normative in vigore e dunque rientra tra le assenze per malattia, con conseguente tutela del posto di lavoro e garanzia dello stipendio.
Una situazione a parte è la sospensione dell'attività lavorativa da parte della stessa azienda perché impedisce allo stesso lavoratore di effettuare la prestazione per cui è stato assunto e quindi conserva il diritto alla retribuzione completa, come tra l'altro ricordato dallo stesso Ministero del Lavoro.
Parzialmente diverso è il caso dell'assenza per quarantena volontaria da parte di persone che scelgono in autonomia di isolarsi pur non avendo sintomi di contagio e dunque per la semplice paura di rimanere coinvolti.
In questa circostanza possono scattare provvedimenti disciplinari che nell'ordine sono rimprovero verbale, ammonizione scritta, multa, sospensione, trasferimento e licenziamento.