Aumento stipendi a Maggio al via, ma la beffa con la riforma del fisco tra 1-2mila euro è dietro l'angolo

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Come cambiano gli stipendi a maggio tra nuovo taglio del cuneo fiscale nuova riforma del Fisco in arrivo e aumenti e riduzioni

Si preparano ad aumentare gli stipendi da maggio ma se le novità in arrivo per alcuni lavoratori saranno una piccola boccata d’ossigeno per altri si riveleranno una beffa. Precisiamo che non tutti i lavoratori dipendenti riceveranno effettivi aumenti egli stipendi ma cerchiamo di seguito di spiegare perché con la riforma del fisco la beffa relativa agli amenti degli stipendi è dietro l’angolo.

  • Aumenti degli stipendi a maggio per chi e quando arriva nuovo taglio del cuneo fiscale
  • Per chi è dietro l’angolo la beffa aumenti stipendi con nuova riforma del Fisco 

Aumenti degli stipendi a maggio per chi e quando arriva nuovo taglio del cuneo fiscale

Dal prossimo mese di maggio aumentano gli stipendi dei lavoratori del settore commercio, terziario e della grande distribuzione, per stipendi competenza del mese di aprile, che sarà pagata a maggio, con aumenti di 30 euro lordi in busta paga per lavoratori inquadrati nel quarto Livello e ricalcolati per gli altri livelli di inquadramento come acconto assorbibile dai futuri aumenti contrattuali. Si tratta di aumenti, in generale, compresi tra i 23 e i 30 euro lordi e fino ai 52 euro in più previsti per i Quadri che si aggiungono alla retribuzione normalmente percepita da ogni dipendente.

Per il personale del settore con rapporto di lavoro a tempo parziale, l'aumento sarà riconosciuto sulla base dei criteri di proporzionalità, mentre per gli assunti in apprendistato, bisognerà considerare il livello di inquadramento attualizzato al momento dell’erogazione dei suddetti importi.

Aumentano anche gli stipendi dei lavoratori part time per effetto del riconoscimento del rinnovato bonus da 550 euro che non era stato erogato ad alcuni lavoratori e a cui l’Inps ha comunicato di poter presentare nuova istanza da riesaminare.

Non ci sarà, invece, alcun aumento degli stipendi per effetto del nuovo taglio del cuneo fiscale approvato con il Decreto Lavoro pur se approvato a maggio. Negli stipendi di maggio continuerà ad essere calcolato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023, cioè del 3% per redditi annui fino a 25mila euro e del 2% per redditi tra 25mila e 35mila euro. 

Stando a quanto approvato, infatti, solo da luglio ci saranno gli aumenti degli stipendi per l’ulteriore taglio del cuneo fiscale, salito al 7% per redditi fino a 25mila euro e al 6% per redditi tra 25mila e 35mila euro, cioè per stipendi mensili fino a 2.692 euro.
 

Per chi è dietro l’angolo la beffa aumenti stipendi con nuova riforma del Fisco 


 
Se il nuovo aumento degli stipendi da maggio varrà solo per alcuni lavoratori con determinati redditi e non per tutti, per molti si prospetta una ulteriore beffa per aumenti degli stipendi annunciati con la riforma del Fisco ma di cui non tutti beneficeranno. 

La riforma del fisco prevede come misura cardine, infatti, la revisione delle aliquote Irpef per la tassazione sui redditi e, stando alle ultime notizie, per tutte le ipotesi ancora in ballo di modifiche Irpef ci sarebbero sempre alcune fasce di redditi che ci perderebbero e non avrebbero effettivi aumenti di stipendi.

L’obiettivo del governo è portare a tre le attuali quattro aliquote Irpef che sono:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Una delle ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso, i maggiori vantaggi sarebbero per chi ha redditi annui tra 15mila-28mila euro, per cui si ridurrebbe nettamente l’aliquota Irpef di tassazione garantendo contestuali aumenti di redditi.

Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:

  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, aumenterebbero gli stipendi per chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, cioè per chi ha stipendi tra 2.150 euro circa e 3.700 euro al mese circa, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe passando dal 35% al 27%. Ma la beffa sarebbe proprio per chi prende redditi più bassi, considerando che anche in tal caso invece di ridursi l’aliquota, come per la seconda fascia, resterebbe invariata e solo due punti percentuali in meno rispetto a chi percepisce redditi fino a 50mila euro, che possono essere considerati alti.

Altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo prevede le seguenti nuove aliquote:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • aliquota al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • aliquota al 43% per redditi oltre i 50mila euro.
In questo caso ne guadagnerebbero coloro che percepiscono redditi più bassi dai 15mila ai 28mila per cui l’aliquota si ridurrebbe passando dal 25% al 23% e si ridurrebbe anche l’aliquota del secondo scaglioni, con aumenti di stipendi per tutti.

Infine, ultima ipotesi di modifica Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:

  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in quest’ultimo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro resterebbe ancora l’aliquota al 23%, ancora una beffa per chi ha redditi più bassi e dovrebbe invece essere sostenuto, ma sarebbero garantiti paradossalmente aumenti a chi ha redditi più alti, tra 50mila e 60-75mila euro.