Aumento stipendi ancora durante quest'anno a sorpresa per tutti, non solo per alcuni come busta paga di Agosto

di Marianna Quatraro pubblicato il
Aumento stipendi ancora durante quest'an

Quali sono le novità a sorpresa che potrebbero essere decise per aumentare ancora gli stipendi: ecco cosa cambia ad agosto e cosa aspettarsi

Come possono aumentare gli stipendi ancora durante quest'anno a sorpresa per tutti e non solo per alcuni come busta paga di Agosto? Tra taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra finanziaria 2023, ulteriore taglio del cuneo fiscale aumentato con il nuovo Decreto Lavoro approvato a maggio, rinnovi di contratti, bonus e premi, sono decisamente aumentati gli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani in questi ultimi mesi. Ma qualcosa potrebbe ancora cambiare entro quest’anno. 

  • Come, di quanto e per chi aumentano stipendi ad agosto
  • Quali sono gli aumenti degli stipendi ancora possibili durante quest’anno 


Come, di quanto e per chi aumentano stipendi ad agosto

Aumentano gli stipendi dei lavoratori ad agosto in diverse misure e modalità a seconda della categoria di lavoratori di appartenenza. Aumentano innanzitutto gli stipendi ad agosto di lavoratori assunti con specifiche tipologie di contratti: sono stati, infatti, rinnovati molti Ccnl per cui da agosto scatteranno i relativi aumenti retributivi. 

Parliamo, per esempio, di aumenti di stipendio per lavoratori assunti con Contratto commercio, Ccnl Edile, Ccnl abbigliamento, Ccnl agricoltura, con Ccnl Metalmeccanici e Metalmeccanici industria, Contratto Nettezza Urbana, Contratto Agenzie marittime, Cemento Industria, Farmacia private, Ccnl Pompe funebri, Ccnl Autoferrotranvieri, Ccnl Calzaturieri (industria), Ccnl Chimico-farmaceutico (industria), Ccnl Petrolio (industria privata gas).

Aumentano poi ad agosto gli stipendi dei dipendenti pubblici, cui non è stato applicato a luglio il nuovo taglio del cuneo fiscale aumentato al 7% per redditi fino a 25mila euro e al 6% per redditi tra 25mila e 35mila euro, e che dunque riceveranno i dovuti aumenti a partire da agosto, e sempre da agosto sarà applicata sugli stipendi dei dipendenti pubblici l’una tantum pari all’1,5% della retribuzione introdotta dal governo nell'ultima Legge di Bilancio per i dipendenti della pubblica amministrazione.

L'una tantum dell’1,5% spetta nel dettaglio ai dipendenti di:

  • tutte le Amministrazioni dello Stato;
  • professori universitari;
  • istituzioni scolastiche e universitarie;
  • Enti del Servizio sanitario nazionale;
  • aziende e amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, loro consorzi e associazioni;
  • personale delle carriere diplomatica, prefettizia e dirigenziale penitenziari;
  • personale militare, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
  • Istituti autonomi case popolari (IACP);
  • Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni;
  • Enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni e le loro aziende;
  • Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN);
  • magistrati, avvocati e procuratori dello Stato.

Quali sono gli aumenti degli stipendi ancora possibili durante quest’anno 

Gli aumenti degli stipendi che potrebbero arrivare ancora durante quest’anno potrebbero essere dovuti a due motivi principali: il primo, a sorpresa, è il nuovo annuncio da parte della premier Meloni di voler introdurre un nuovo bonus, in stile bonus Renzi 80 euro, per contribuire ad aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti ma probabilmente sempre a determinate condizioni e non per tutti.

Si tratta di una misura che permetterebbe al governo non solo di avere maggiori consensi ma anche ulteriori appoggi in vista delle prossime elezioni europee 2024. 

Come anticipato da Repubblica, la premier Meloni potrebbe istituire un nuovo bonus per aumentare ancora gli stipendi entro quest’anno ma ancora non sono noti i dettagli in cui il bonus verrebbe riconosciuto, se come bonus una tantum, come già fatto lo scorso anno con i bonus di 150-200 euro di luglio e novembre e che hanno riscosso grande successo, o con revisione della tassazione sulla tredicesima che potrebbe essere applicata sin da subito senza attendere l’arrivo del prossimo anno.

In particolare, l’idea è quella di definire una nuova detassazione per ridurre le tasse sulla mensilità aggiuntiva di dicembre per chi percepisce redditi più bassi e fino al 15% e, se sarà approvata questa novità, anche la tredicesima mensilità di dicembre sarà ancor più alta del previsto. 


Ma non solo: potrebbero aumentare ancora gli stipendi entro quest’anno con la nuova riforma del fisco e la revisione delle aliquote Irpef per la tassazione sui redditi.
L’obiettivo del governo è quello di ridurre le aliquote Irpef a tre dalle attuali quattro che sono:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
La prima delle ipotesi revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:
  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, chi ha redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui avrebbe decisi aumenti degli stipendi, considerando che l’aliquota Irpef si ridurrebbe di ben 8 punti percentuali scendendo dal 35% al 27%. 

Non ci sarebbe alcuna novità per la prima fascia di redditi fino a 15mila euro e per l’ultima fascia, cioè per redditi superiori ai 50mila euro, per cui resterebbero confermate le attuali aliquote Irpef, rispettivamente, del 23% e del 43%, mentre sarebbero penalizzati coloro che percepiscono redditi annui sui circa 25mila euro, per cui ci potrebbe essere aumento di tasse di ben 300 euro

Altra ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti aliquote:

  • del 23% per redditi fino a 28.000 euro; 
  • del 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con queste nuove aliquote Irpef, tutte le fasce di reddito sarebbero avvantaggiate e pagherebbero meno tasse in base agli scaglioni di reddito di appartenenza.
La terza ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti tre nuove aliquote:
  • del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Anche in questo caso, per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro, non ci sarebbero novità perchè resterebbe ancora l’aliquota al 23% e, paradossalmente, si ridurrebbe la tassazione per chi ha redditi più alti tra 50mila e 75mila euro, mentre aumenterebbe la tassazione per chi redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%. 

Infine, la quarta ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti nuove aliquote:

  • del 23% per redditi da 8.500 euro e fino a 28mila euro;
  • del 35% per redditi da 28.001 euro a 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.
Con questa nuova ipotesi di revisione Irpef sarebbero agevolati coloro che percepiscono redditi medio-bassi tra i 15mila e i circa 30mila euro, per cui ci sarebbe una riduzione delle tasse da pagare con conseguenti aumenti degli stipendi.

Ma la premier Meloni, non troppo tempo fa, ha annunciato anche l’intenzione di voler intervenire sull’aliquota più bassa del 23% per redditi più bassi, proprio per agevolare e sostenere chi ne avrebbe maggior bisogno.