Pagamento ferie 2022, interviene la Ue
Lo stipendio del dipendente in ferire deve essere lo stesso quando rispetto a quello che percepisce quando lavora? O ci sono eccezioni?
Da alcuni principi di base non si scappa: i lavoratori devono obbligatoriamente fruire delle ferie o, viste in un altro modo, il datore è obbligato a concederle. Le ferie non possono essere monetizzate, a meno di interruzione del rapporto di lavoro, sia per licenziamento e sia per dimissioni in quanto scatta la trasformazione delle ferie non godute in una indennità economica.
Per ferie godute si intendono quelle retribuite ovvero quei giorni in cui il dipendente è assente dal lavoro ma continua a percepire lo stipendio. Non solo, ma anche a maturare il diritto a ulteriori ferie. Entriamo allora nello specifico della normativa per capire:
Pagamento ferie 2022, interviene anche la Ue
Esempi di calcolo pagamento delle ferie nel 2022
Lo stipendio del dipendente in ferie deve essere lo stesso quando rispetto a quello che percepisce quando lavora? La risposta è affermativa, o almeno così dovrebbe essere. Perché poi la questione è finita davanti ai giudici della Corte di Cassazione che sono stati chiamati a esprimersi anche sulla base di una importante direttiva dell'Unione europea.
E qui entra in gioco un altro principio di base che regola l'istituto delle ferie: qualsiasi clausola del Contratto collettivo nazionale di lavoro (terziario e servizi, edilizia e legno, alimentari, credito e assicurazioni, tessili, trasporti, meccanici, agricoltura e allevamento, enti e istituzioni private, chimica, poligrafici e spettacolo, marittimi, enti pubblici) che non tiene conto delle indennità dalla base della retribuzione è da considerarsi nulla.
Ogni lavoratore ha diritto a un periodo annuale di ferie retribuite di almeno quattro settimane. Le norme in vigore disciplinano anche la modalità di fruizione poiché la metà di questo periodo di riposo andrebbe goduto in maniera preferibilmente consecutiva nel corso dell'anno di maturazione e il resto nei successivi 18 mesi.
In relazione al pagamento delle ferie, occorre leggere l'ultima busta paga ricevuta in quanto contiene la situazione aggiornata. Nella parte inferiore è indicato il numero di giorni che spettano.
Al netto delle specificità contenute nei vari Contratti collettivi nazionali di lavoro, ciascun dipendente ha diritto a 26 giorni di ferie pagate che maturano in ratei mensili. La formula da applicare è il rapporto tra 26 e 12. Ogni lavoratore matura il diritto a fruire di circa 2,16 giorni di ferie ogni mese.
Il conteggio prosegue anche negli stessi giorni in cui il lavoratore è in ferie, proprio come se fosse presente in azienda. Il calcolo delle ferie comincia dal primo giorno di attività ovvero anche quando il lavoratore è nella fase iniziale di prova e va avanti anche nei giorni di malattia. Ricordiamo che secondo l'articolo 36 della Costituzione, il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi.
Dopodiché ogni accordo individuale o collettivo sulle ferie che preveda un trattamento peggiorativo non può essere accettato.