Cause licenziamento legittime, motivi e quando si può licenziare con regole 2023
Esistono diverse cause che possono portare all’interruzione del rapporto lavorativo e dunque al licenziamento. È bene conoscere quali sono i principali motivi così da evitare di incappare in quelli, di natura disciplinare ovviamente, che sono all’ordine del giorno e costano, più di frequente il posto di lavoro.
Tra le cause di licenziamento, quello cosiddetto ‘per giusta causa’ rappresenta la modalità forse più grave per un lavoratore. Che perde il suo posto di lavoro a causa di una condotta sbagliata, o più precisamente a causa di alcuni comportamenti talmente gravi da rompere senza possibilità di ricucirlo il rapporto di fiducia con il proprio datore di lavoro. Tradotto: si va incontro al licenziamento. In questo caso non c’è bisogno di alcun preavviso visto che il provvedimento viene preso in maniera improvvisa tanto che questa tipologia di licenziamento è conosciuta anche con la locuzione ‘licenziamento in tronco’.
La classica goccia che fa traboccare il vaso in questi casi è di natura disciplinare e comportamentale del dipendente che può infrangere norme contenute nel contratto collettivo, nella legge o solo dal regolamento aziendale. Che comunque assume una valenza di pari dignità. E quando si firma il contratto si accetta di rispettare anche questi codici di comportamento. Rientrano nel licenziamento per giusta causa anche le condotte di chi produce certificati medici falsi per darsi malato o di chi, pur malato, svolge un secondo lavoro incompatibile con il suo stato di malattia.
Tra i principali motivi che rientrano fra le cause del licenziamento, c’è quello che fa riferimento alla malattia. In questo caso il licenziamento sarà possibile solo se il lavoratore supera il limite di giorni, che viene stabilito dal contratto collettivo, che si possono richiedere per le assenze dovute a malattia ed entro cui ci si può assentare senza perdere il posto. Tale periodo è conosciuto anche con il nome di comporto. In questo caso il licenziamento può avvenire solo dopo il superamento del tetto massimo. Se invece viene comminato prima non ha alcuna validità. La comunicazione di licenziamento deve essere inviata solo dopo il superamento del comporto o immediatamente dopo.
Altra causa di licenziamento può essere la sopravvenuta incapacità lavorativa. Ovvero quando un dipendente contrae una malattia o un’invalidità durante il suo percorso di lavoro all’interno dell’azienda. Si tratta di imprevisti che impediscono al lavoratore di continuare a svolgere le mansioni alla stessa maniera di quello che accadeva prima. In questo caso il datore di lavoro ha il diritto di licenziarlo a patto di dimostrare che non vi sono altre mansioni libere e compatibili con il suo stato di salute.
Infine anche un giustificato motivo soggettivo può diventare causa di licenziamento. In questo caso, che rientra in quelli di licenziamento disciplinare, la decisione di interrompere il rapporto di lavoro è ugualmente nelle mani del datore di lavoro. Ma il comportamento illecito del lavoratore dipendente è in questo caso meno grave di quello che spingerebbe al licenziamento in tronco. Così che il datore di lavoro può riflettere sul da farsi senza procedere di imperio al licenziamento per giusta causa.