Come cambia la Naspi in riforma lavoro Aprile, dopo le 2 importanti modifiche al via ora annunciate da INPS

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa è cambiato per la Naspi 2023 e quali sono le novità ancora attese per l’indennità di disoccupazione con il prossimo Decreto Lavoro

Come cambia la Naspi in riforma lavoro Aprile, dopo le importanti modifiche al via da poco annunciate da INPS? La Naspi è l’indennità di disoccupazione in vigore che può essere richiesta da lavoratori privati dipendenti a tempo indeterminato o determinato che si trovano in totale stato di disoccupazione avendo perso involontariamente il lavoro.

Tra i lavoratori che possono richiedere la Naspi ci sono anche apprendisti, soci di cooperativa, personale artistico e dipendenti a tempo determinato delle Pubblica Amministrazione. Dal primo gennaio 2022 la Naspi vale anche per gli operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi. 

La domanda per avere la Naspi deve essere presentata direttamente all’Inps, presentando contestualmente la DID, dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, al centro per l’impiego e aderire a programmi di ricerca attiva di un nuovo lavoro o iscriversi a corsi di formazione o specializzazione professionale.

  • Come cambia la Naspi in riforma lavoro Aprile
  • Quali sono le due importanti modifiche alla Naspi annunciate da INPS

Come cambia la Naspi in riforma lavoro Aprile

Con il nuovo Decreto Lavoro di aprile che il governo si prepara a presentare in Consiglio dei Ministri, si attende la revisione della indennità di disoccupazione Naspi, con modifiche che dovrebbero interessare i tempi di durata dell’indennità.

Oggi la Naspi viene riconosciuta ai lavoratori in totale stato di disoccupazione involontaria per un massimo di 24 mesi e il disoccupato percepisce l’indennità per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente e matura il 50% delle giornate di lavoro effettuate come giornate indennizzabili da Naspi e si potrebbe ridurre tale percentuale al 40% o al 30%, in ogni caso inferiore al 50%.

Quali sono le due importanti modifiche alla Naspi annunciate da INPS


La revisione della durata della Naspi dovrebbe seguire due importanti modifiche già decise e in vigore per la Naspi annunciate dallo stesso Inps. La prima modifiche già avvenute per ‘ indennità di disoccupazione Naspi riguarda la rivalutazione degli importi per l’anno 2023, considerando che anche tale prestazione, come quelle pensionistiche, è soggetta a rivalutazione annuale.

Secondo le leggi in vigore, i massimali Naspi devono essere soggetti a rivalutazione annua, quest’anno al 7,3%, per cui l’importo massimo della Naspi per il 2023 è aumentato a 1.470,99 euro ed è aumentata anche a 1.352,19 euro la soglia entro cui la Naspi spetta al 75%.  

Altra importante modifica già al via per la Naspi annunciata dall’Inps riguarda le modalità di accesso all'indennità di disoccupazione nel caso di dimissioni per giusta causa. L’’Inps ha chiarito che le dimissioni per giusta causa decorrono dalla data di apertura della liquidazione giudiziale ed è quindi retroattiva rispetto a quando vengono rassegnate. 

Ciò significa che la domanda di Naspi deve essere presentata nel termine di decadenza di 68 giorni a partire dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Per dimissioni per giusta causa presentate a seguito di sentenza, per permettere al lavoratore che si dimette nel periodo di sospensione di fare domanda di Naspi, il termine di 68 giorni per la presentazione della domanda decorre dalla data in cui il lavoratore rassegna le proprie dimissioni e non dalla data della cessazione del rapporto di lavoro.