Spetta allo stesso medico a decidere se il lavoratore ha bisogno di un periodo di pausa per curarsi dalla malattia. Ecco la procedura da seguire.
Si tratta di un male subdolo perché è invisibile e non ci sono segnali fisici che dimostrano la sua presenza. Eppure la depressione è un male molto diffuso e le ripercussioni non sono solo sulla sfera privata, ma anche nell'ambito lavorativo.
E qui si entra su un terreno minato proprio perché il riconoscimento della depressione non è così scontato. Proprio questo è il primo passaggio da scoprire per sapere se e per quanto tempo il dipendente può assentarsi dal lavoro.
Certo è che, dati alla mano dell'Organizzazione mondiale della sanità, non solo la depressione è un male molto diffuso, ma il trend è costantemente in crescita con tutte le conseguenze che comporta anche sotto il profilo dell'economia e della produttività lavorativa.
La normativa 2019 prevede disposizioni ben precise per il lavoratore che soffre di depressione i termini di assegno di accompagnamento, permessi, invalidità e assenze per malattia. Vediamo quali sono i diritti.
Passaggio fondamentale per dichiararsi depresso è la certificazione medica. Perché si tratta di una malattia che mette in discussione la salute fisica e psichica, ma anche i rapporti sociali e familiari, e di conseguenza anche quelli lavorativi.
Ed è lo stesso medico a decidere se il lavoratore ha bisogno di un periodo di pausa per curarsi dalla malattia.
Anche le malattie mentali rientrano tra quelle per cui è possibile chiedere agevolazioni economiche e lavorative che variano in base alla percentuali riconosciuta in seguito alla visita davanti alla Commissione medica dell'Inps:
Nel certificato medico, il camice bianco indicati i giorni di assenza giustificata con indennità di malattia - pari al 50% dal quarto al ventesimo giorno e al 66,66% dal 21esimo al 180esimo giorno - pagata dall'Inps dal quarto giorno in poi (i primi 3 sono a carico dell'azienda).
In ogni caso è obbligatorio per il dipendente dare comunicazione tempestiva al datore di lavoro con tanto di indicazione del numero di protocollo telematico del certificato medico.