Smart working a chi spetta
Le novitą previste nel nuovo decreto sono interessanti e vanno al di lą della possibilitą per i datori di lavoro di ricorrere allo smart working senza accordo con il dipendente.
Adesso che la fase 2 è entrata nel vivo e lo sarà sempre di più con i dati del contagio da coronavirus in una lenta ma inesorabile discesa, che ne sarà dello smart working e del lavoro a distanza come il telelavoro?
Quali sono le disposizione contenute nel decreto di maggio 2020? Il processo del lavoro agile è già iniziato e non avrebbe alcun senso interromperlo per tutti e tornare immediatamente alla situazione pre coronavirus. In buona sostanza, svolgere l'attività lavorativa da casa costituisce un'opzione da privilegiare.
Ma non è sufficiente esprimere osservazioni e buoni propositi perché è indispensabile un pacchetto di norme. Ed è quanto è stato previsto con il protocollo tra governo e parti sociali per il contrasto e il contenimento della diffusione del coronavirus e quindi con il nuovo decreto.
In effetti le novità sono interessanti e vanno al di là della possibilità per i datori di lavoro di ricorrere allo smart working senza accordo con il dipendente e assolvendo in modalità telematica le mansioni di informazione in materia di salute e sicurezza. Vediamo adesso
Se lo smart working è considerata la modalità preferibile di svolgimento della prestazione lavorativa, il diritto al lavoratore a farsela riconoscere scatta nel caso di figli con età inferiore a 14 anni. In tutti gli altri casi occorre concordare la modalità operativa con il datore di lavoro.
Naturalmente è indispensabile che il lavoro a distanza sia compatibile con le mansioni da svolgere. Lo smart working, disposizioni aggiornate alla mano, continua a essere favorito anche nella fase di progressiva riattivazione del lavoro in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione.
In questo modo si riesce a dare seguito all'obbligo di ridurre il numero di reparti aziendali attivi ovvero di limitare le presenze fisiche e ridurre i rischi di contagio.
Lo smart working è comunque riconosciuto in via prioritaria ad alcune categorie nonostante si ricorra al lavoro a distanza per il maggior numero di dipendenti possibile. Pensiamo ai dipendenti che hanno figli con disabilità grave o alle lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del congedo di maternità.
Lavoratori agevolati se l'attività a distanza sia prevista solo per una parte dell'organico aziendale a parte, una prima stima del numero di lavoratori coinvolti riferisce di circa 6-8 milioni di addetti a vari livelli.
Ma fino a quando verrà riconosciuto il diritto allo smart working nel caso di figli fino a 14 anni? Almeno fino al 31 luglio, ultimo giorno dell'emergenza sanitaria.
In ogni caso all'azienda spetta il compito di fornire le correte condizioni di supporto al dipendente in merito all'utilizzo dei dispositivi e i tempi e alle pause dell'attività lavorative poiché diritti e doveri, compresi i permessi legge 104, sono gli stessi che sono riconosciuti al lavoratori in presenza fisica.