Quali sono le nuove beffe possibili per calcolo degli aumenti degli stipendi: ecco i problemi possibili in delega fiscale, Manovra e non solo
Qual è la doppia beffa per gli stipendi sia in delega fiscale approvata che in manovra finanziaria? Garantire aumenti di stipendi per assicurare contestualmente maggior potere di acquisto ai lavoratori è tra gli obiettivi primari del governo Meloni. Tuttavia, per poter concretizzare le priorità servono risorse economiche, che non sono del tutto disponibili.
La prima beffa per gli stipendi deriva dalla revisione Irpef su cui il governo è a lavoro perché, paradossalmente, si parla di nuove aliquote Irpef in base agli scaglioni di reddito che dovrebbero privilegiare soprattutto chi percepisce redditi medio-alti e alti, penalizzando chi percepisce, al contrario, redditi più bassi.
Le attuali quattro aliquote Irpef sono le seguenti:
Altra ipotesi di revisione Irpef al vaglio del governo prevede le seguenti aliquote:
Altra ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
Con la nuova Irpef, dunque, chi ha redditi più bassi invece di essere sostenuto dal governo sarebbe beffato, perché le tasse minori con i contestuali aumenti si calcolerebbero paradossalmente chi percepisce già redditi alti.
La seconda beffa per gli stipendi che potrebbe invece realizzare con la nuova Manovra Finanziaria potrebbe essere quella di una immediata nuova riduzione degli stipendi a partire da gennaio 2024 se non fosse confermato il taglio del cuneo fiscale al 7% sugli stipendi per redditi entro i 35mila euro.
A maggio, infatti, il governo ha aumentato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023 portandolo dal 3% al 7% per redditi fino a 25mila (per 1.923 euro lordi mensili di stipendio) e dal 2% al 6% per lavoratori con redditi fino a 35mila euro (per 2.692 euro lordi mensili di stipendio).
La misura è stata, però, approvata in via temporanea, da luglio e fino a fine anno ma il governo vorrebbe rendere strutturale l’ulteriore taglio del cuneo fiscale, in modo da continuare a garantire a determinate categorie di lavoratori aumenti degli stipendi ancora per tutto il 2024.
Se, però, non si dovesse intervenire in tal senso, da gennaio gli stipendi si ridurranno nuovamente e si perderanno gli aumenti finora ricevuti.
La beffa peggiore potrebbe, però, interessare statali: secondo quanto riportano le ultime notizie, servirebbero circa 8 miliardi di euro per rinnovare il contratto degli statali ma, stando ad alcune indiscrezioni e affermazioni di diversi tecnici, non sono disponibili tali soldi e sarà facile trovarli perché si tratta di una ingente somma di denaro, per cui in mancanza di risorse economiche necessarie si potrebbero fare solo interventi parziali.
I lavoratori sono, però, già sul piede di guerra. Parte delle risorse necessarie dovrebbero derivare da tagli alla spesa pubblica, altre, come riportato nel Def (documento di economia e finanza già presentato) dalle stanziate risorse per le cosiddette politiche invariate, come, per esempio, proprio per i rinnovi contrattuali e altre spese per la continuità dei servizi pubblici. Ma non si sa effettivamente quando e quanti soldi si riusciranno ad avere, per cui il rischio è che, in mancanza di tutti i soldi necessari, il rinnovo del contratto degli statali slitti ancora. Ed è una vera beffa dopo tanta attesa.