Ho ricevuto lettera di richiamo disciplinare sul lavoro Cosa fare, come difendermi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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La lettera di richiamo è il provvedimento scritto di base con cui il datore di lavoro contesta un comportamento al dipendente. Cosa può fare il dipendente?

Tra gli strumenti a disposizione del datore di lavoro per contestare il comportamento del dipendenti c'è la lettera di richiamo.

Come lascia immaginare la stessa denominazione, non si tratta di un provvedimento drastico come il licenziamento, ma è comunque un provvedimento che mette il lavoratore dinanzi alle sue responsabilità rispetto a cui è un suo diritto difendersi.

Non è infatti casuale che proprio questa rappresenta uno di motivi di contrasto con liti tra le parti che si prolungano nel tempo. Se è pur vero che il lavoratore può mettere in atto tutte le misure del caso per difendersi, dall'altra non siamo davanti a un provvedimento dalle conseguenze irreparabili. Vediamo quindi in questo articolo

  • Lettera di richiamo, che cosa è
  • Provvedimenti disciplinari sul lavoro
  • Cosa fare per difendersi

Lettera di richiamo, che cosa è

La lettera di richiamo è il provvedimento scritto di base con cui il datore di lavoro contesta un comportamento al dipendente. In buona sostanza lo accusa di aver violato il regolamento interno, ma senza prevedere trattenute sullo stipendio o addirittura il licenziamento.

In qualche modo si tratta di un avvertimento da non trascurare, anche e soprattutto perché viene espresso in forma scritta.

I motivi più frequenti che spingono l'azienda in questa direzione sono il (ripetuto) ritardo del dipendente sul lavoro, l'utilizzo di un linguaggio che contrasta con i principi aziendali, lo sfruttamento del materiale o dei dispositivi interni per ragioni personali, il comportamento poco gentile con i clienti, la poca diligenza nello svolgimento delle proprie mansioni.

In tutti i casi è fondamentale che la lettera di richiamo sia inviata in modo tempestivo e sia circostanziata e dal punto di vista formale spedita con raccomandata andata e ritorno o consegnata a mano e controfirmata come attestazione della ricezione.

Provvedimenti disciplinari sul lavoro

Quando parliamo di provvedimenti disciplinari sul lavoro dobbiamo sempre considerare che il punto di riferimento da cui non si può prescindere è il Contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento perché possono sempre essere applicate disposizioni differenti che tengono conto di tante particolarità.

Fissato questo punto, la lettera di richiamo non è comunque la sola misura con cui l'azienda può contestare il comportamento del dipendente.

Può infatti procedere con un rimprovero verbale, sanzione meno grave rispetto alla lettera di richiamo. I provvedimenti successivi sono invece la multa, la sospensione dal servizio e dello stipendio fino a 10 giorni, il trasferimento e il licenziamento.

Cosa fare per difendersi

Il lavoratore può opporsi alla lettera di richiamo e per farlo dispone di cinque giorni di tempo per fare valere le proprie ragioni. Precisiamo subito che non si tratta di un obbligo bensì di un diritto. Può cioè decidere liberamente se difendersi o meno.

Più precisamente può replicare con una lettere di scuse, ammettendo così lo sbaglio e argomentando le motivazioni che lo hanno condotto all'errore e al mancato rispetto del regolamento interno.

La seconda opzione è contestare le accuse spiegando il suo punto di vista e ricostruendo i fatti, ma sempre con un tono contenuto ed educato per non scivolare dalla parte del torto. In queste circostanza, la forma vale tanto quanto la sostanza. Nel caso in cui l'azienda non ritratti, il lavoratore può farsi affiancare da un avvocato e aprire una causa.