Cosa fare se invalidità civile rifiutata dopo visita

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Cosa fare se invalidità civile rifiutata

Invalidità civile rifiutata, cosa fare

La visita davanti alla Commissione medica è dunque il passaggio fondamentale per il riconoscimento della invalidità civile. Ma cosa fare se la domanda viene rifiutata?

Lo stato di invalidità civile è valutato da una Commissione allestita nell'Azienda sanitaria del territorio di appartenenza.

Si tratta di un passaggio chiave perché in base alla decisione finale, il paziente può accedere o vedersi chiudere le porte delle agevolazioni economiche ovvero del riconoscimento di alcuni diritti. Non solo, ma in base alla gravità dell'invalidità civile, espressa in punti percentuali, viene collocato in fasce differenti con benefici diversi. Vediamo in questo articolo

  • Visita invalidità civile
  • Invalidità civile rifiutata, cosa fare
  • Tempi ricorso contro invalidità civile rifiutata

La Commissione medica ricopre dunque un ruolo decisivo e può essere integrata da un medico Inps, da un operatore sociale e da un esperto nel caso da esaminare proprio per sciogliere ogni dubbio ed esprimere un verdetto decisivo in materia di accertamento dell'handicap e della disabilità.

Ma se l'invalidità civile viene rifiutata al termine della visita, cosa fare? Occorre accettare la decisione della Commissione medica oppure è possibile proporre ricorso a un organo terzo?

Visita invalidità civile

La visita davanti alla Commissione medica è dunque il passaggio fondamentale per il riconoscimento della invalidità civile. E lo è tal punto che il paziente può farsi assistere da un proprio medico di fiducia e produrre tutta la certificazione ritenuta utile per aumentare le possibilità di successo.

Ma naturalmente può accadere che qualcosa vada storto ovvero che i medici non riconoscano l'invalidità o la fanno in misura inferiore rispetto a quanto richiesto. Si ricorda infatti nel caso di invalidità

  • al 33% scatta il diritto a prestazioni protesiche e ortopediche da parte dell'Asl di residenza
  • al 46% scatta il diritto all'iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l'impiego per l'assunzione agevolata al lavoro
  • al 51% scatta il congedo per cure
  • al 67% scatta l'esenzione dal ticket sanitario
  • al 74% scatta l'assegno mensile di assistenza, assegno sociale al compimento del 65esimo anno di età
  • al 75% scatta il versamento dei contributi lavorativi pari a due mesi per ogni anno di lavoro prestato come dipendente
  • al 100% scatta la pensione di inabilità, eventuale indennità di accompagnamento, assegno sociale al compimento del 65esimo anno di età

Nel caso di accensione del semaforo verde da parte dei medici, i benefici economici riconosciuti in base alla percentuale di invalidità scattano dal mese successivo alla data di presentazione della domanda.

E solo in via eccezionale, la Commissione può proporre una data differente. Ma come dimostrano innumerevoli casi, può anche rigettare la domanda. Come comportarsi?

Invalidità civile rifiutata, cosa fare

Il paziente che si sottopone alla visita medica per il riconoscimento dell'invalidità civile deve mettere in conto anche la possibilità che la domanda venga rigettata. Nessuno sconforto perché c'è una seconda possibilità per fare valere le proprie ragioni.

Più precisamente ha sei mesi di tempo per impugnare i verbali davanti al giudice ordinario. Non può comunque agire in autonomia ma deve farsi affiancare da un avvocato. In alternativa può farsi assistere da un patronato o da associazioni di categoria che mettono a disposizione i propri legali.

Allo stesso tempo, se la Commissione medica non fissi la visita di per il riconoscimento dell'invalidità civile entro tre mesi dalla presentazione della domanda, il paziente può diffidare l'Assessorato regionale competente, chiamato a fissare la visita entro 270 giorni dalla data di presentazione della domanda.

Se il silenzio continua c'è anche in questo caso l'opzione del ricorso al giudice ordinario.