Disabili e caregiver con legge 104, più rischi licenziamento dopo Decreto senza modifiche

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Disabili e caregiver con legge 104, più

Disabili e caregiver, rischi per il licenziamento

Al centro dei timori c'era quella parte del decreto Trasparenza in cui è stato messo nero su bianco il rischio licenziamento nel periodo di prova.

Il rischio sembra adesso scongiurato, ma l'attenzione sulla questione disabili e caregiver nell'ambito della legge 104 continua a rimanere molto alta. La questione è centrale in quanto possiamo distinguere un caregiving professionale, dove chi presta cure è personale specializzato e abilitato, come un infermiere, badante, assistente domiciliare, e un caregiving essenziale e sotterraneo che è quello familiare, in cui il caregiver sta accanto, supporta e permette la quotidianità di un proprio caro ammalato.

Più in generale, caregiver significa letteralmente colui o colei che fornisce cure, accudisce cioè qualcuno che ha subito una diminuzione o perdita di autonomia per vari motivi come demenza o disabilità. Vediamo allora da vicino:

  • Disabili e caregiver, perché ci sono più rischi per il licenziamento

  • Decreto Trasparenza, cosa prevedono le norme su disabili e caregiver

Disabili e caregiver, perché ci sono più rischi per il licenziamento

Al centro dei timori c'era quella parte del decreto Trasparenza in cui è stato messo nero su bianco che nel caso di malattia, infortunio, congedo di maternità o paternità obbligatori, il periodo di prova di sei mesi si interrompe senza conseguenze per il lavoratore. Si nota quindi l'assenza del congedo straordinario per assistenza alle persone con disabilità.

Detto in altri termini i caregiver non avrebbero alcuna tutela e rischierebbero maggiormente il licenziamento nel caso di fruizione di permessi e benefici legati alla legge 104 per fornire assistenza a una persona con grave disabilità. Si resta allora di una presa di posizione ufficiale ovvero di un intervento del governo per comprendere se questo rischio sia effettivo o meno, anche se ha promesso di intervenire rapidamente.

Eppure stiamo parlando di figure centrale nell'ambito del welfare italiano. Sono quelle che si prendono cura e assistono un congiunto ammalato o disabile, di una delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso genere o del convivente di fatto, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, anche di un familiare entro il terzo grado, che a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata, o sia titolare di indennità di accompagnamento.

Non tutti sarebbero in grado di svolgere i tanti compiti di cui hanno la responsabilità e creare condizioni di difficoltà sarebbe senza dubbio di ostacolo allo svolgimento della propria attività.

Decreto Trasparenza, cosa prevedono le norme su disabili e caregiver

Normativa alla mano ovvero in base a quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, nei casi in cui è previsto il periodo di prova, questo non può essere superiore a sei mesi, salva la durata inferiore prevista dalle disposizioni dei contratti collettivi. Sempre il contestato articolo del decreto Trasparenza mette nero su bianco che nel rapporto di lavoro a tempo determinato, il periodo di prova è stabilito in misura proporzionale alla durata del contratto e alle mansioni da svolgere in relazione alla natura dell'impiego.

In caso di rinnovo di un contratto di lavoro per lo svolgimento delle stesse mansioni, il rapporto di lavoro non può essere soggetto a un nuovo periodo di prova. Ma soprattutto, in caso di sopravvenienza di eventi, quali malattia, infortunio, congedo di maternità o paternità obbligatori, il periodo di prova è prolungato in misura corrispondente alla durata dell'assenza.