Indennità di accompagnamento, a quali eredi
Caratteristica di fondo dell'indennità di accompagnamento è l'abbattimento dei limiti relativi all'età e al reddito. Ma cosa succede in caso di decesso?
Se c'è un aspetto dell'indennità di accompagnamento da mettere in luce è la sua semplicità. Anche quando si tratta di capire se questa forma di assistenza economica spetta dopo la morte dell'invalido e cosa spetta a eredi e a quali, le norme in vigore sono estremamente chiare.
Così come tutto quanto ruota attorno al post mortem tra ratei, importi maturati relativi all'indennità e se spetta solo all'accompagnatore o a tutti e cosa spetta.
Al pari di altri opzioni, questo è un strumento di fondamentale importanza perché viene erogato alle persone invalide che hanno bisogno di un assistenza continua per poter portare a termine le attività della vita di tutti i giorni.
Pensiamo ad esempio al vestire o al mangiare, ma anche ad assumere i farmaci prescritti dal medico o a compiere gli atti fondamentali di qualunque essere umano. Approfondiamo in questo articolo alcuni aspetti ben precisi:
Caratteristica di fondo dell'indennità di accompagnamento è l'abbattimento dei limiti relativi all'età e al reddito. In pratica spetta a chi ha difficoltà continuo nello svolgimento di compiti e funzioni della loro età e possono accedere dalla maggiore età fino a 65 anni.
Si tratta di una prestazione diretta e dunque può essere fruita solo dal diretto interessato. La norme in vigore parlano infatti con chiarezza e prevedono che nulla è dovuto agli eredi nel caso di decesso dell'invalido o del disabile che fino a quel momento è stato destinatario del supporto economico.
Nessuna reversibilità dunque, ma c'è comunque un caso di cui tenere conto e che apre scenari differenti in termini di ratei, importi maturati e cosa spetta a eredi ovvero ai superstiti delle prestazioni assistenziali.
A fare la differenza nella maturazione del diritto a ricevere l'indennità di accompagnamento dopo la morte dell'invalido o del disabile è il momento della data del decesso rispetto al riconoscimento del supporto economico.
In pratica, in caso di morte successiva al riconoscimento dell'invalidità, l'indennità può essere percepita dagli eredi limitatamente alle quote già maturate alla data della morte.
Entra quindi in gioco la normativa di successione. Se la morte della persona invalida è avvenuta dopo la visita per l'indennità di accompagnamento e prima della liquidazione della prestazione la pensione, i ratei maturati, siano essi completi o parziale, sono corrisposti agli eredi sulla base delle norme di successione.
E se gli eredi sono più di un anno, ecco che i ratei dell'indennità di accompagnamento possono essere destinati a uno solo purché munito di delega.
Infine, se la persona disabile è morta prima della visita medica ma dopo la presentazione della domanda, gli eredi possono ugualmente avanzare istanza di riconoscimento alla commissione medica.