Indennità di accompagnamento 2023 rifiuto per vizi di forma non è valido sentenza Cassazione
Continua a essere oggetto di cambiamenti e aggiornamenti la normativa relativa all'indennità di accompagnamento 2023. Perché da una parte ci sono il legislatore chiamato a stabilire tutti gli anni la cifra da erogare e l'Inps alle prese con le tantissime domande per il rinnovo di chi è andato in scadenza.
Dall'altra ci sono i tribunali che a ciclo continuo sono chiamati a pronunciarsi sulla vicenda in seguito ai ricorsi di chi ha fatto domanda ma è stata respinta.
E c'è in particolare una recentissima sentenza della Corte di Cassazione destinata a fare la storia di questa materia perché stabilisce un importante principio destinato a mettere in discussione quello che sembrava un principio indiscutibile. In sintesi, l'indennità di accompagnamento non può essere rifiutata per vizi di forma
. Cerchiamo quindi di capire il significato di questa sentenza della Suprema Corte, in particolare
Ne conseguenze che per ottenere questo beneficio economico basta che dalla domanda presentata all'Inps sia chiara quale sia la prestazione richiesta.
Lo stesso principio è quindi applicabile anche al di là dell'indennità di accompagnamento e finisce per coinvolgere tutte le prestazione di natura assistenziale e previdenziale erogate dallo Stato ovvero dall'Istituto nazionale della previdenza sociale, al di là del caso oggetto della pronuncia.
Condizione fondamentale è ovviamente il possesso dei requisiti espressamente richiesti dalla normativa in vigore.
In precedenza l'Inps si era vista respingere il ricorso contro la richiesta di indennità di accompagnamento al termine della visita da parte della donna basato sull'assenza della indicazione dei requisiti d'accesso al beneficio economico. Per i giudici a contare è innanzitutto il possesso prima ancora della dichiarazione su carta.
Più precisamente, secondo la Corte di Cassazione, al fine della previa presentazione della domanda non è necessaria la formalistica compilazione dei moduli predisposti dall'Istituto nazionale della previdenza sociale o l'uso di formule sacramentali, essendo sufficiente - mettono espressamente nero su bianco i giudici in questa importante sentenza con cui danno ragione alla donna - che la domanda consenta di individuare la prestazione richiesta affinché la procedura anche amministrativa si svolga regolarmente.
Condizione fondamentale per percepire l'indennità di accompagnamento è quindi il possesso dei requisti richiesti. In prima battuta il riconoscimento di una invalidità totale ovvero l'incapacità di deambulare o di svolgere in totale indipendenza le azioni della vita di tutti i giorni legati all'età.
Quindi la cittadinanza italiana e la residenza in Italia. In ogni caso hanno diritto all'indennità di accompagnamento 2023 anche i cittadini dell'Unione europea e loro familiari, residenti in Italia, che hanno svolto un lavoro dipendente o autonomo in uno degli Stati membri. Semaforo verde anche per i cittadini extracomunitari titolari di carta di soggiorno e per i minori indicati nella carta di soggiorno.