Mal di schiena sul lavoro le leggi, norme e contratti nazionali in vigore cosa prevedono

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Mal di schiena sul lavoro le leggi, norm

Lavoro e mal di schiena, le norme

Non basta l'autocertificazione poiché il mal di schiena deve essere certificato dal medico curante e, affinché possa essere fatto valere per assentarsi dal lavoro, comunicato all'Inps.

C'è anche il mal di schiena tra la patologie in grado di compromettere l'attività lavorativa. E lo è sia per quelle attività che richiedono uno sforzo fisico, come il magazziniere o il corriere chiamato a sollevare pacchi da consegnare.

Ma anche per quelle attività sedentarie o nell'ambito di catene di montaggio. A fare la differenza è proprio il tipo di mal di schiena: basti pensare ai vari lombalgia, scoliosi, dolori alle vertebre, lombosciatalgia o ernia, ciascuno delle quali con particolarità tutte sue e un impatto differente sulla vita di tutti i giorni e sul lavoro.

Ecco quindi che per sapere quali sono le tutele e le agevolazioni per chi soffre di mal di schiena e se questa patologia rientra tra quelle invalidanti è fondamentale consultare le norme sul lavoro e, a seguire, le disposizioni contenute nei differenti contratti collettivi nazionali di lavoro.

Di certo c'è che non basta l'autocertificazione poiché il mal di schiena deve essere certificato dal medico curante e, affinché possa essere fatto valere per assentarsi dal lavoro, comunicato telematicamente all'Inps. Vediamo insieme

  • Lavoro e mal di schiena, norme in vigore
  • Mal di schiena sul lavoro, contratti e leggi

Lavoro e mal di schiena, norme in vigore

La prima agevolazione di cui può fruire chi soffre di mal di schiena è la possibilità di assentarsi dal lavoro per malattia.

Dal punto di vista procedurale occorre seguire il medesimo percorso delle altre patologie. Il riconoscimento dell'invalidità scatta invece in una situazione particolare ovvero con discopatia e intervento chirurgico di stabilizzazione del rachide lombare. La percentuale varia dal 31 al 40%.

Le facilitazioni di natura economica e sanitaria sono indennizzo per la menomazione della integrità psico-fisica e per le sue conseguenze patrimoniali, indennità giornaliera per l'inabilità temporanea, assegno per assistenza personale continuativa, cure idrofangotermali e soggiorni climatici, fornitura di protesi, ortesi e presidi, speciale assegno continuativo mensile.

E ancora: assegno di incollocabilità, rendita ai superstiti, cure ambulatoriali e rendita di passaggio

Mal di schiena sul lavoro, contratti e leggi

Il mal di schiena rientra tra le malattie professionali? Con questa definizione si intendono quelle che si contraggono per esposizione a rischi correlati al tipo di lavoro svolto, anche se il rischio lavorativo agisce in modo lento.

Ebbene, le malattie professionali possono essere tabellate se sono elencate nelle tabelle allegate a specifici provvedimenti legislativi. Oltre alla malattia, contengono anche il periodo massimo di indennizzabilità dalla cessazione dal lavoro.

Oppure non tabellate ovvero non elencate nelle tabelle, ma delle quali il lavoratore dimostri l'origine professionale. La maggior parte delle malattie legate al mal di schiena ovvero di tipo muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico sono tabellate.

In ogni caso, essendo numerose le particolarità legate a questa patologia, l'Inail ha emanato per tutte le malattie non tabellate indicazioni ben precise con cui facilita l'onere della prova ovvero la dimostrazione dell’origine lavorativa della malattia da parte del lavoratore.

E allo stesso tempo ha emanato linee guida per la trattazione delle malattie riconducibili al mal di schiena.