Coronavirus, quali permessi legge 104
Il governo ha inserito una serie di particolarità e di eccezioni alla norma di base e non è corretto parlare di semplice aumento dei giorni in cui potersi assentare per assistenza.
Solo dalla lettura attenta delle nuove disposizioni è possibile farsi un'idea più precisa e completa sulla loro efficacia. Si tratta infatti di norme per aiutare chi si trova in una emergenza sociale o economica per via della diffusione del coronavirus.
Di conseguenza, anche con riferimento ai permessi retribuiti concessi in base alla legge 104, la traiettoria seguita non è necessariamente quella usuale.
In buona sostanza, il governo ha inserito una serie di particolarità e di eccezioni alla norma di base e non è corretto parlare di semplice aumento dei giorni in cui potersi assentare per assistere un familiare con disabilità grave.
La conferma arriva da un recentissimo messaggio di chiarimento diffuso dall'Inps, secondo cui i 12 giorni di permessi legge 104 per via della diffusione del coronavirus non spetta ai lavoratori disabili ma solo ai parenti ovvero ai familiare che prestano assistenza.
Cerchiamo allora di capire come sono stati ampliati i tempi per l'assistenza ai disabili e analizziamo nel dettaglio la normativa in vigore. Più precisamente vediamo
Il decreto Cura Italia emanato in via d'urgenza nei giorni più critici della diffusione del coronavirus vede nel messaggio dell'Inps il suo completamento.
Per contrastare l'emergenza si ampliano anche i giorni di permesso previsti dalla legge 104 e coperti da contribuzione figurativa. Sono incrementati per un totale di 12 giorni da fruire nei mesi di marzo e aprile 2020.
Il beneficio, nel caso di personale del Servizio sanitario nazionale impegnato nell'emergenza coronavirus (medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica, operatori sociosanitari, personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico), può essere utilizzato compatibilmente con le esigenze organizzative di soccorso.
C'è però una importante precisazione: la facilitazione spetta esclusivamente ai parenti e ai familiari della persona colpita con handicap grave, ma non al disabile stesso, anche se - come da normativa - è un lavoratore dipendente. Si resta quindi in attesa di una successiva circolare di chiarimento per la conferma definitiva di questa assenza.
Come precisato dall'Inps, se i lavoratori pubblici, parenti o familiari del disabile grave, non devono presentare domanda in base alla legge 104 perché ci pensa la propria amministrazione a farlo, così come il lavoratore privato che ha già un provvedimento di autorizzazione, tutti gli altri dipendenti privati devono avanzare la richiesta secondo le modalità già adottate in regime ordinario.
Il provvedimento di autorizzazione è considerato valido dal datore di lavoro ai fini della concessione del numero maggiorato di giorni.
Infine, i lavoratori dipendenti per i quali è previsto il pagamento dell'indennità da parte dell'Inps, sono chiamati a presentare una nuova domanda secondo le consuete modalità se non è già stata presentata.