Cosa prevede la nuova sentenza della Corte di Cassazione per titolari di Legge 104 che usufruiscono di permessi per assistere familiari disabili
All’indomani di novità già approvate e in vigore da quest’anno 2023 per titolari di Legge 104 e relativi familiari, nonché sulla possibilità di relativi permessi di cui fruire, arriva una nuova sentenza della Cassazione a chiarire alcuni punti in merito. Vediamo allora di seguito cosa prevede nel dettaglio la nuova importante sentenza della Cassazione 2024 su permessi e Legge 104.
Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, è possibile usufruire dei permessi della Legge 104 in tre diverse modalità che sono:
I genitori conviventi di figli disabili con Legge 104 in situazione di gravità di età compresa tra i 3 e i 12 anni di vita e i genitori adottivi o affidatari di figli disabili in situazione di gravità che abbiano compiuto i 3 anni di età ed entro 12 anni possono usufruire dei permessi per Legge 104:
Anche la parte di un'unione civile e il convivente di fatto sono equiparati al coniuge convivente anche nel caso in cui la convivenza sia iniziata successivamente alla richiesta di congedo e hanno diritto ad assistere il familiare disabile.
Precisiamo che, come previsto dalle leggi in vigore, più soggetti aventi diritto possono chiedere all’Inps di fruire dei permessi retribuiti, in alternativa tra loro, per assistere la stessa persona disabile grave, ma sempre nel limite di 3 giorni di permesso al mese.
Una nuova importante sentenza della Corte di Cassazione del 2023 si è espressa sulla legittimità del licenziamento disciplinare per abusivo utilizzo dei permessi 104, spiegando che il dipendente che si avvale dei permessi per la Legge 104 ma si allontana da casa dell’assistito incorre nell'abuso del diritto ad usufruire dei permessi della 104, violando i principi di correttezza e buona fede, sia nei confronti del datore di lavoro che dell'Ente assicurativo.
Si tratta, infatti, di una condotta ‘abusiva’ che priva il datore di lavoro ingiustamente della prestazione lavorativa in violazione dell'affidamento riposto nel dipendente e che legittima pertanto il licenziamento del dipendente.