Permessi legge 104 per familiari ricoverati in struttura. A chi spettano, leggi 2022
Nonostante stia viaggiando verso i 25 di vita, la legge 104 a tutela dei disabili gravi non solo continua a essere attuale. Ma si rivela una delle più complete perché riesce a coprire la quasi totalità dei casi possibili.
Tra le facilitazioni previste dalla normativa 209-2022 c'è quella relative ai permessi retribuiti dal lavoro. In linea di massima spettano ai lavoratori con invalidità grave, assunti con contratto da dipendente, e ai familiari che li assistono, anch'essi con lavoro di dipendente.
Tuttavia sono tante le sfumature di cui tenere conto sia in relazione ai permessi in senso stretto e sia ai destinatari di questo strumento. Uno dei dubbi principali riguarda il rapporto tra i familiari ricoverati in struttura e i permessi legge 104: questi ultimi possono essere fruiti? Scopriamolo in questo articolo analizzando
Più esattamente, i destinatari delle tutele sono i figli del lavoratore portatori di disabilità grave e se sono maggiorenni non è richiesta la convivenza, ma un'assistenza continuativa ed esclusiva. In seconda battuta, semaforo verde per parenti o affini entro il terzo grado del lavoratore portatori di invalidità grave e anche in questo caso se maggiorenni non è richiesta la convivenza ma un'assistenza continuativa ed esclusiva.
Infine, semaforo verde per il coniuge del lavoratore, sempre e solo se portatore di handicap grave, così come per il lavoratore con grave invalidità, chi è affetto da sindrome di Down e i grandi invalidi di guerra.
Fissato quindi questo schema di base proviamo ad andare ovvero a capire se e quali sono i permessi da fruire in base alla legge 104 nel caso in cui i familiari sono ricoverati in una struttura anziché al proprio domicilio.
Il caso più tipico è quella del lavoratore che fruisce dei permessi per assistere un familiare, ma in seguito al ricovero in una struttura accreditata, come una casa di riposo o una clinica privata, si domanda se la facoltà di assentarsi temporaneamente mantenendo lo stesso livello di retribuzione sia ancora in vigore.
Ebbene, la legge parla chiaro e prevede che i tre giorni di permesso retribuito possono essere fruiti a patto che la persona da assistere non sia ricoverata presso strutture per tutta la giornata. Ed è facile capire il perché: i permessi in base alle legge 104 possono essere chiesti e fruiti per fornire assistenza a chi non ce l'ha e come tali vanno utilizzati le ore.
Rispetto a questo impianto normativo che sembra non prevedere alcuna via d'uscita rispetto alla perdita delle fruizione dei permessi legge 104 nel caso di ricovero in struttura del familiare, e comunque dopo la visita medica, ci sono però alcune eccezioni.
Si tratta del disabile in stato vegetativo persistente o con prognosi estremamente negativa a stretto giro e del minore invalidi se i medici certificano il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare. In queste due circostanze i permessi legge 104 restano sempre in vigore.
E c'è poi una importante sentenza della Corte di Cassazione di cui tenere conto: i permessi vengono a cadere nel caso di ricovero in strutture ospedaliere pubbliche o private, ma non in quelle residenziali di tipo sociale, come le case di riposo, le comunità alloggio o le case famiglia perché l'assistenza sanitaria non è continuativa.