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Quando il mal di schiena viene riconosciuto invalidante e diritti sul lavoro: cosa c’è da sapere e leggi e regole 2019
Quali sono le regole attuali per richiedere l'invalidità per il mal di schiena? Quali sono i diritti? E quando e come e come si può richiedere una incennità o altre forme di aiuto e sostegno economico e medico?
E' sempre più diffuso il mal di schiena nel nostro Paese: in Italia, stando a quanto riportano le ultime notizie, una persona su quattro soffre di mal di schiena e si tratta di una percentuale che sale vertiginosamente quando sale l’età, arrivando addirittura all’80% degli anziani. E infatti il mal di schiena è la causa più ricorrente di infermità lavorativa e di disabilità. Quando si ha diritto a richiedere l'invalidità per il mal di schiena? E quali sono le tipologie di mal di schiena che permettono di ottenere effettivamente l’invalidità secondo leggi e regole 2019?
Ernia, lombalgia, lombo sciatalgia, dolori alle vertebre, scoliosi sono tra i mal di schiena che permettono di assentarsi dal lavoro, previo certificato medico. Ma non tutte implicano il riconoscimento dell’invalidità civile, nel senso che tutto dipende da quanto è grave la patologia e se essa stessa risulta effettivamente invalidante o in che misura. E si ragiona in tal modo anche in riferimento alla discopatia, che se non accuratamente tenuta sotto controllo può degenerare in un’ernia lombare vera e propria.
Se, nel caso della discopatia, ci si sottopone ad un intervento chirurgico di stabilizzazione del rachide lombare, cioè della parte inferiore della schiena, si potrebbe rientrare nella patologia ‘anchilosi di rachide lombare’, che prevede una percentuale variabile di invalidità che va dal 31 al 40%
Stando alle regole 2019, chi soffre di mal di schiena può chiedere un certificato al proprio medico che dopo aver effettuato una accurata visita diagnostica certifica i giorni di malattia. Se il dolore è molto intenso e non permette al malato di camminare, quest’ultimo può chiedere al proprio dottore una visita domiciliare e in tal caso è il medico a decidere se effettuare la visita a domicilio o meno, perchè non esiste un diritto assoluto ad ottenere la visita a domicilio.
Il certificato del medico, esattamente come per tutti gli altri certificati per malattia, deve essere inviato telematicamente all’Inps dal medico stesso e il dipendente deve comunque informare il datore della malattia per cui non può recarsi a lavoro. Il dipendente, nei casi di assenza dal lavoro per malattia, deve essere reperibile nelle fasce orarie previste per la visita fiscale e deve astenersi da eventuali sforzi durante la guarigione per rimettersi al più presto e non prolungare troppo la propria assenza dal lavoro.
Se il lavoratore che soffre di mal di schiena subisce un’ernia del disco a causa delle mansioni svolte può fare causa all’azienda e ottenere la rendita dell’Inail nei casi di lavori svolti in modo non occasionale con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero, come macchine movimentazione materiali vari, trattori, gru portuali, carrelli sollevatori (muletti), imbarcazioni per pesca professionale costiera e d’altura; e lavori di movimentazione manuale dei carichi svolte in modo non occasionale in assenza di ausili efficaci.
Riassumendo, dunque, permessi e assenze dal lavoro per mal di schiena si possono avere solo ed esclusivamente con rilascio del certificato medico.
Durante i giorni di assenza dal lavoro per certificato mal di schiena, il dipendente ha diritto alla retribuzione, la malattia viene solitamente pagata dall’Inps e in alcuni casi anche integrata dal datore di lavoro.
Anche le spese per curare il mal di schiena, al pari di tutte le altre spese mediche, possono essere detratte, da spese sostenute per l’acquisto di farmaci a risonanze magnetiche, ecografie, tac, ma anche per ginnastica posturale e riabilitazione (anche in acqua) e le tasse l’acquisto del materasso ortopedico fino al 19% di spesa, previa prescrizione medica e fattura intestata al contribuente.