Qual è il confine tra diritti e doveri in riferimento al lavoro di domenica. In buona sostanza, è obbligatorio oppure il lavoratore può rifiutarsi?
C'era una volta la cara e vecchia domenica ovvero il giorno della settimana dedicata al riposo settimanale e alle attività personali. Vietato lavorare, insomma, ma è ancora oggi così?
La risposta è certamente negativa e basta fare un giro in un qualunque centro commerciale per vedere negozi aperti, sia al mattino e sia al pomeriggio. Succede perché rispetto a pochi decenni fa, il mercato del lavoro è completamente cambiato.
La competizione con altri mercati, in cui la domenica non è mai stato un giorno "sacro", ha spinto gli imprenditori italiani ad adeguare i ritmi di lavoro. Senza dimenticare che il bisogno di lavoro spinge uomini e donne a dare la propria disponibilità sempre e comunque ovvero a lavorare anche di domenica, naturalmente nel rispetto delle norme 2019 in vigore.
Vogliamo allora capire qual è il confine tra diritti e doveri in riferimento al lavoro di domenica. In buona sostanza, è obbligatorio oppure il lavoratore può rifiutarsi?
La prima legge da consultare per sapere se lavorare di domenica è un obbligo o meno è proprio la Costituzione italiana. C'è infatti un passaggio ben preciso in cui viene stabilito che il lavoratore ha diritto al riposo settimanale.
E sono due gli aspetti rilevanti. Il primo è palesemente scritto e prevede che il lavoratore non può rinunciarvi. Il secondo non è invece scritto: il riposo settimanale non coincide per forza di cose con la domenica.
In base al Contratto di lavoro, alle esigenze di organizzazione aziendali e a quelle personali, si può tirare il fiato anche in un mercoledì qualsiasi e consegnare la domenica al lavoro. Il passo successivo è quello del Codice civile e qui compare esplicitamente la parola domenica.
Più precisamente, secondo l'articolo 2109 che disciplina il periodo di riposo, il lavorare ha diritto a un giorno a settimana di assenza, di regola la domenica. Non è quindi un obbligo ma una consuetudine.
Secondo uno schema piramidale, il passaggio successivo per sapere come è disciplinato in Italia il lavoro domenicale è quello delle leggi in vigore.
E anche in questo caso, il decreto sull'orario di lavoro non lo impedisce, ma si limita a ribadire il diritto del lavoratore ha diritto a un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive ogni 7 giorni da cumulare con le ore di riposo giornaliero.
Al pari di quanto visto con il Codice civile, viene specificato come di regola il giorno coincida proprio con la domenica, ma senza alcuna prescrizione. Anche perché le esigenze aziendali possono essere tante e sempre differenti.
Pensiamo per esempio agli stabilimenti termali, ai negozi di vendita al dettaglio nei comuni turistici o nelle città d'arte che proprio la domenica fanno affari, alle attività che richiedono l'attivazione di macchinari ad alta tecnologia, alle attività industrie stagionali, ai servizi il cui funzionamento di domenica è essenziale.
Arrivati a questo punto possiamo rispondere con certezza al quesito di fondo ovvero se è possibile dire di no al lavoro di domenica. E lo facciamo ricordando l'emanazione pochi anni fa del decreto Salva Italia che ha cancellato tutte le restrizioni relative all'apertura domenicale (e festiva), liberalizzando di fatto il settore.
Ebbene, il datore di lavoro può chiedere di lavorare di domenica il dipendente non può rifiutarsi. Al netto naturalmente di disposizioni differenti previsti nel contratto di lavoro (Commercio e Terziario Metalmeccanica, Turismo, Grafica e Editoria, Alimentare e Autrasporto, Legno e Arredamento, Gomma e Plastica, Calzature, Chimica, Carta sono solo alcuni esempi).
E ovviamente tenendo conto di situazioni specifiche, come quelle relativi alla legge 104 ovvero a quelle disposizioni che tutelano il lavoratore con disabilità grave, ma anche il familiare che lo assiste, purché con contratto di lavoro da dipendente.
E ricordando che il lavoratore domenicale va comunque pagato di più, così come previsto dal contratto collettivo di riferimento, chi si rifiuta di lavorare nell'ultimo giorno della settimana può essere punito ovvero sanzionato.