Contratti nazionali e normativa lavoro
Lavoro e festivi 2023, leggi in vigore, normativa e contratti nazionali
Arrivati nel 2023 un aspetto deve essere chiaro a tutti: il mondo del lavoro è profondamente cambiato e si ripercuote nei giorni festivi e sabato e domenica. Vuol dire che la rigida organizzazione tra lavoro nei giorni feriali e nei giorni festivi, impiego il sabato e il domenica da vietare o da consentire è diventato più sfumato.
La normativa di base è sempre la stessa ovvero che di base è vietato lavorare nei giorni festivi tra cui la domenica (il sabato è considerato un feriale e solo erroneamente un festivo).
Tuttavia occorre fare riferimento ai contratti collettivi nazionale di lavoro e in subordine nei singoli contratti di lavoro stipulati con la propria azienda per scoprire se e in che modo è possibile lavorare in queste giornate. Si scopre allora come questa sia spesso e volentieri una regola e non una eccezione. Entriamo allora nel dettaglio e vediamo in questo articolo
Precisiamo che per giorni festivi si intendono sia quelli che coincidono con le ricorrenze civili e religiose e sia le domeniche. La domanda in realtà da porsi è un'altra: lavorare di domenica o nei festivi è obbligatorio o no? La risposta in questo caso è dipende. Perché da una parte ci sono esigenze di pubblica necessità da rispettare e di conseguenza è impensabile sospendere alcuni servizi.
Dall'altra ci sono alcune attività che nei giorni festivi registrano una maggiore affluenza e dal punto di vista imprenditoriali sarebbe un passo falso abbassare le saracinesche. Cerchiamo allora di capire i limiti ovvero se posso rifiutare di lavorare domenica e nei festivi.
Il no al lavoro nei festivi è giustificato nei casi di handicap grave ai sensi della Legge 104 e di assistenza a familiari portatori di handicap, dei genitori di minori al di sotto dei 3 anni, dei lavoratori che assistono familiari non autosufficienti e titolari di assegno di accompagnamento.
Il semaforo è invece verde per esigenze tecniche e organizzative motivate da parte dell'azienda e se l'attività è di pubblica utilità. In ogni caso sono richiesti il consenso del dipendente e la comunicazione della in anticipo della data in cui il lavoratore deve essere disponibile nei festivi.
Il concetto di lavoro nei giorni festivi si lega strettamente a quello di riposo ed è la stessa Costituzione a sancirlo nella parte in cui mette nero su bianco che il riposo settimanale è un diritto del lavoratore. Poi c'è il Codice civile che stabilisce come il riposo debba di regola coincidere con la domenica.
Quindi c'è la normativa generale che prevede molte eccezioni rispetto a questa coincidenza e ci sono soprattutto i singoli Contratti collettivi nazionali di categoria che fissano perimetri e regolano il lavoro festivo o domenicale. Regolano, appunto, e non lo inibiscono.
Ecco dunque che il lavoro nei cosiddetti "giorni rossi" (come da calendario) è possibile a patto che al dipendente siano riconosciute almeno 24 ore di riposo consecutive ogni 7 giorni di lavoro. Questa vanno quindi aggiunte alle 11 ore di riposo giornaliero che portano a 35 le ore di riposo continuative.
Va da sé che trasgredire questo obbligo, così come tutti gli altri casi particolari legati al riposo e al lavoro - pensiamo alla legge 104 e quando è possibile non lavorare sabato, domenica e festivi - comporta per il datore di lavoro andare incontro a sanzioni. Variano in base all'irregolarità commessa tra 200 e 10.000 euro.
Oltre alla garanzia del numero di ore di riposo consecutivo, l'altra condizione indispensabile per consentire il lavoro nei giorni festivi è il pagamento di un supplemento di stipendio ai dipendenti o comunque dei cosiddetto riposi compensativi.