Lavoro, permessi possono essere monetizzati. Ecco come e quando

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Lavoro, permessi possono essere monetizz

I permessi sono monetizzabili

Lo stato aggiornato mese per mese è presente nella busta paga del lavoratore, in cui è indicato quante ferie e quanti permessi può fruire fino alla fine dell'anno.

I permessi possono essere monetizzati per lavoro e agudagnarci è anche il datore di lavore a cui spesso cnviene. Occorre, però, stare attenti ad alcuni elementi

C'è una differenza di base che sfugge spesso ai lavoratori ed è quella della differenza tra ferie e permessi. L'aspetto a cui prestare attenzione è la possibilità di monetizzare i secondi. In buona sostanza può decidere di non avvalersene nel corso dell'anno e preferire che gli vengano retribuiti. Le ferie rappresentano invece un diritto irrinunciabile per il lavoratore, a cui non si può rinunciare in cambio del pagamento di un'indennità sostitutiva da parte del datore di lavoro. Lo stato aggiornato mese per mese è presente nella busta paga del lavoratore, in cui è chiaramente indicato quante ferie e quanti permessi ha maturato e può fruire fino alla fine dell'anno. Il termine entro il quale devono essere monetizzati è indicato dal contratto.

I permessi sono monetizzabili

Ed è anche utile ricordare come non si tratti di concessione trattabili tra le parti perché è il contratto nazionale a stabilire quanti giorni di questi permessi vengono riconosciuti durante l'anno e quando vanno fruiti. C'è poi un caso particolare ed è quello delle ex festività ovvero quei giorni che fanno riferimento alle festività soppresse. In queste occasione il lavoratore gode di un permesso retribuito in caso di necessità. I cinque casi sono quelli dei giorni di Ascensione, Corpus Domini, San Giuseppe, Santi Pietro e Paolo e Unità nazionale. Le condizioni sono due: devono cadere in un giorno lavorativo e rimane la mancanza dell'obbligo per il dipendente, che può decidere di rinunciare a questi permessi e farseli pagare.

Le regole per le ferie dei dipendenti è importanti saperle molto bene, sia per faresi riconoscere il giusto in termini di denaro o per poterle godere quando dovrebbero scadere per non perderle. E così come non perderle ma avere riconosciuti i permessi Rol nonngoduti ma che possono essere pagati. E nonostante si possano ricevere i pagamenti di tutte questi voci, c'è anche il modo di non perdere il Bonus Renzi di 80 euro.

E per le vacanze

Soprattutto nel periodo estivo torna al centro dell'attualità la questione delle ferie non godute. E naturalmente non può che essere così, tenendo conto che in tutti gli uffici, pubblici e privati, sono in corso (per i ritardatari) le grandi manovre interne per l'organizzazione dei turni di riposo. Ma non è così per tutti i lavoratori perché non è affatto così scontato che proprio quello di luglio e agosto sia considerato il periodo migliore per andare in vacanza. Non solo, ma c'è anche una fetta più o meno larga di dipendenti che in ferie non va mai. Qualunque sia la ragione, i giorni di assenza in un anno si contano sulle dita di una mano. E allora, cosa succede se le ferie e i permessi non sono goduti? C'è il rischio che vengano persi? Ed è possibile la loro monetizzazione?

Alla base della decisione di introdurre le ferie nel sistema del lavoro italiano c'è la considerazione di come si tratti di un diritto irrinunciabile. Significa che non non è possibile rinunciarvi o trasformarle in denaro. Tuttavia in alcuni casi possono essere monetizzate, soprattutto da parte dei dipendenti assunti a tempo determinato. Il caso più tipo della retribuzione del dipendente è quello in cui il periodo di ferie è molto vicino alla scadenza di un contratto come per gli stagionali per un periodo di tempo ben preciso e per cui non è sempre semplice riuscire a smaltire le ferie entro la fine dell'esperienza di lavoro. E dunque scatta la liquidazione.

In seconda battuta, le norme in vigore prevedono che le ferie vadano godute per due settimane consecutive nel corso dell'anno di maturazione. E siccome in linea di massima il periodo di riposo concesso è di quattro settimane nel corso dell'anno, le ferie residue, da sfruttare anche in singole giornate previa comunicazione al datore di lavoro, possono essere utilizzate nei 18 mesi successivi. Tutto è scritto nelle buste paga, incluse le ferie residue maturate di mese in mese. E cosa succede nei caso dei permessi Rol (Riduzione dell'orario di lavoro) non goduti pagati in busta paga: se il lavoratore li vuole godere e non pagati.

Il concetto è semplice: se il lavoratore non ne usufruisce entro il 30 giugno dell'anno successivo, il datore deve pagare con la busta paga di giugno i permessi non goduti. E quelli non utilizzati entro l'anno in cui sono stati maturati decadono, ma possono essere fruiti fino alla scadenza del 30 giugno dell'anno successivo. Sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le normative su orario, ferie e riposi.

E non perdere gli 80 euro...

Se vengono riconosciute una serie di ferie o permessi è possibile che si vada oltre la cifra per cui il bonus Renzi di 80 euro al mese venga pagato. A questo punto, spiegano alcunii esperti fiscali, è meglio chiedere all'azienda di non erogare il bonus Renzi e di ricevrlo direttamente nella prossima dichiarazione dei redditi, probabilmente, 2019, o in una ancora successiva, quando si è sicuri di rimaere sotto il tetto. Tanto il diritto al bonus Renzi non si perde.