Quali sono le ulteriori novità che si prospettano a settembre per gli stipendi dei lavoratori dipendenti: ecco cosa aspettarsi e modifiche
Quali sono le attese per gli stipendi a Settembre, sia per modifica importi che modifiche regole importanti? Dopo le modifiche di quest’anno che hanno portato a revisioni degli importi degli stipendi e all’avvio di nuove regole per effetto del Decreto Lavoro di maggio, si prospettano ulteriori novità per gli stipendi dopo l’estate. Vediamo quali sono.
Gli importi degli stipendi cambierebbero con la nuova riforma fiscale per effetto di revisione delle aliquote Irpef annunciata dal governo ma anche per il riordino delle detrazioni, che incidono comunque sugli stipendi dei lavoratori.
Partendo dalla revisione delle aliquote Irpef, il governo punta a ridurre a tre le attuali quattro aliquote che sono:
Un’altra ipotesi di revisione Irpef in discussione prevede le seguenti aliquote:
Altra ipotesi di revisione Irpef potrebbe prevedere le seguenti nuove aliquote:
L’ultima ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti aliquote:
Con la riforma fiscale si avviano ad essere anche le detrazioni. Per il riordino delle detrazioni si pensa ad uno schema di diverse percentuali di detrazioni in base ai redditi conseguiti e che potrebbero essere le seguenti:
A maggio, infatti, il governo ha aumentato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023 portandolo dal 3% al 7% per redditi fino a 25mila (per 1.923 euro lordi mensili di stipendio) e dal 2% al 6% per lavoratori con redditi fino a 35mila euro (per 2.692 euro lordi mensili di stipendio).
La misura è stata, però, approvata in via temporanea, da luglio e fino a fine anno e da non calcolare su tredicesima e quattordicesima, mentre l’intenzione annunciata dal governo è quella di rendere l’ulteriore taglio del cuneo fiscale strutturale, e quindi in vigore anche per tutto il 2024.
Stesso discorso dovrebbe interessare l’aumento della soglia esentasse fino a 3mila euro dei finge benefit e non solo, come stabilito per il momento, solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico ma per tutti i lavoratori dipendenti senza condizioni.
Stando a quanto riportano le anticipazioni, nel prossimo Decreto Lavoro potrebbero rientrare anche novità relative a lavoro straordinario, con una nuova detassazione per aumentare l’importo netto degli stipendi percepiti dai lavoratori che prestano ore di servizio anche oltre il normale orario lavorativo previsto da relativo Ccnl di assunzione, e ai premi produttività, contribuendo, dunque, ad aumentare ancora le buste paga dei lavoratori dipendenti dando loro maggiore potere di acquisto.
La detassazione per avere importi maggiori in busta paga dovrebbe interessare anche la tredicesima mensilità, per essere poi estesa anche alla quattordicesima, così come potrebbe cambiare anche la tassazione sul Tfr-Tfs con il prossimo Decreto Lavoro.
L’intenzione del governo è, infatti, quella di modificare la tassazione sul Tfr-Tfs e si parla di diverse ipotesi di revisione, da una possibile detassazione sia dell’anticipo del Tfr-Tfs e sia della liquidazione complessiva del trattamento, all’ipotesi di detassazione solo dell’intero importo spettante di Tfr-Tfs e non anche dell’anticipo.
Altre ipotesi di revisione della tassazione del Tfr-Tfs prevedono:
Ora si attende interventi del legislatore in merito, per consentire ai lavoratori pubblici di ricevere i propri Trattamenti in tempo breve.
Se il nuovo taglio, aumentato, del cuneo fiscale non dovesse rientrare tra le misure del nuovo Decreto Lavoro, potrebbe rientrare nella prossima Manovra Finanziaria 2024, insieme al possibile nuovo bonus che il governo Meloni ha anticipato di voler introdurre per garantire ancora aumenti ai lavoratori.
Non c’è al momento alcuna certezza su come sarà strutturato il nuovo bonus Meloni ma, stando alle anticipazioni, potrebbe essere riconosciuto o come il bonus Renzi 80 euro, anche se trattandosi di una misura una tantum probabilmente non potrebbe rispettare l’impianto del bonus Renzi strutturale per 12 mesi, o come bonus una tantum, come i bonus di 200 e 150 euro di luglio e novembre 2022 del governo Draghi e che hanno riscosso gran successo, o, ancora, basarsi sulla detassazione sulla tredicesima, che potrebbe scendere al 15%.
In ogni caso, l’introduzione del nuovo bonus Meloni dovrebbe interessare chi percepisce redditi più bassi, forse ancora una volta fissati sulla soglia dei 35mila euro lordi annui come già accaduto per i bonus una tantum del governo Draghi e per i tagli del cuneo fiscale 2023.