Cambiano le regole sul lavoro ma ulteriori novità sia per lavoro che per gli stipendi sono però attese ancora nei prossimi mesi: ecco le modifiche possibili
Quali sono le novità già ufficiali al via a settembre per lavoro e stipendi e le importanti attese su più aspetti? Cambiano le regole sul lavoro e già da qualche mese sono cambiati anche gli stipendi percepiti da diverse categorie di lavoratori dipendenti. Ulteriori novità sono però attese ancora nei prossimi mesi.
I fringe benefit sono somme relative all’uso di beni e servizi che si aggiungono alla retribuzione principale del lavoratore dipendente e da settembre cambiano ufficialmente i limiti per la non imponibilità dell’agevolazione che può essere concessa ai lavoratori dai datori di lavoro.
L’Agenzia delle Entrate ha specificato che rientrano tra i bonus che non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche di energia elettrica, acqua e gas.
Rientrano nei fringe benefit con soglia esentasse entro i 3mila euro, buoni carbuante, buoni cellulari e computer aziendali, auto aziendali, buoni pasto, buoni spesa, borse di studio, prestiti agevolati, e polizze assicurative extraprofessionali, ecc.
A settembre entrano anche in vigore le nuove regole di detassazione per lavoro notturno e festivo per i dipendenti del settore turistico e il riconoscimento ai lavoratori del comparto del turismo, compresi gli stabilimenti termali, con un reddito fino a 40.000 euro, di una somma a titolo di trattamento integrativo speciale pari al 15% delle retribuzioni lorde corrisposte per lavoro notturno e lavoro straordinario.
Accanto alle novità per stipendi e regole sul lavoro già entrate in vigore e al via a settembre, per effetto di quanto previsto dal Decreto Lavoro approvato lo scorso primo maggio, sono diverse anche le modifiche ancora attese per lavoro e stipendi che potrebbero rientrare in un nuovo Decreto Lavoro d’autunno o nella prossima Manovra Finanziaria, precisando che novità per gli stipendi sono previsti anche nella nuova delega fiscale con la revisione delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi ma anche delle detrazioni.
La misura principale del nuovo Decreto Lavoro dovrebbe essere, secondo le anticipazioni, rendere strutturale o prorogare almeno l’ulteriore taglio del cuneo fiscale aumentato con il Decreto Lavoro di maggio. Il governo ha, infatti, aumentato il taglio del cuneo fiscale deciso con la Manovra 2023 portandolo dal 3% al 7% per redditi fino a 25mila (per 1.923 euro lordi mensili di stipendio) e dal 2% al 6% per lavoratori con redditi fino a 35mila euro (per 2.692 euro lordi mensili di stipendio).
La misura è stata, però, approvata in via temporanea, da luglio e fino a fine anno ma l’idea è rendere strutturale il nuovo taglio del cuneo fiscale o prorogarlo per i primi sei mesi del prossimo anno, calcolandolo anche su tredicesima e quattordicesima.
Altra misura attesa riguarda i fringe benefit: si punterebbe, infatti, a rendere strutturale anche l’aumento della soglia esentasse per i fringe benefit fino a 3mila euro per tutto il 2023 e non solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico ma per tutti i lavoratori dipendenti, senza limiti.
Le importanti attese per gli stipendi riguardano anche nuove possibilità di aumenti degli importi o con nuova detassazione della tredicesima, che permetterebbe di aumentare l'importo della mensilità aggiuntiva di dicembre, o con nuovo bonus una tantum, sulla scia di quello già erogato l'anno scorso dal governo Draghi di 150-200 euro che ha riscosso grande successo ma comunque destinato solo a lavoratori entro determinati limiti di reddito annuo percepito.
Inoltre, tra le ulteriori modifiche attese per lavoro e stipendi ci sarebbero:
Altre ipotesi di revisione della tassazione del Tfr-Tfs prevedono la possibilità di riduzione delle tasse solo nel caso in cui si decida di investirlo in fondi pensione, in modo da sostenere l’adesione alla previdenza complementare, o la definizione di una imposizione fiscale graduale e crescente, a partire dal 15%, e da modulare secondo diversi parametri come importo del Trattamento da liquidare, o condizioni socio-economiche, per esempio nel caso di famiglie numerose, o se nel nucleo familiare sono presenti persone con invalidità, o in base al valore Isee.