Sono diverse le novità possibili per i salari minimi in Italia ma si attendono modifiche anche per gli importi di tutti gli altri stipendi
Quali sono le novità su salari minimi attese a Settembre, insieme ad altre tante modifiche previste per tutti stipendi? Il salario minimo rappresenta l’importo di retribuzione minima da garantire per legge a tutti i lavoratori sotto il quale non è possibile scendere. I minimi retributivi in Italia vengono stabiliti dai singoli contratti nazionali di lavoro Ccnl ma qualcosa potrebbe cambiare sul salario minimo dopo la proposta di legge presentata dalle opposizioni per l’introduzione di una retribuzione minima oraria di 9 euro lordi
Il governo ha rimandato le discussioni in merito a fine settembre-inizio ottobre ma sono diverse le novità previste, e non solo per i salari minimi ma anche per gli importi di tutti gli altri stipendi.
E, all’indomani dei sondaggi sull’introduzione del salario minimo da cui sono emersi moltissimi consensi e del successo riscosso dalla petizione online sempre sul tema, il governo ha dimostrato nuove aperture, il che lascia pensare ad una sua possibile approvazione.
Tuttavia, il salario minimo che il governo Meloni potrebbe introdurre non sarebbe di 9 euro l’ora, come proposto dalle opposizioni, ma di circa 7 euro all’ora, come invece indicato dall’Ue, e potrebbe arrivare o in una legge ad hoc, che potrebbe anche essere il prossimo decreto Lavoro d’autunno, o nella prossima Manovra Finanziaria 2024, entrando il vigore da gennaio e portando conseguenze anche su tutti gli altri stipendi, soprattutto su quelli che prevedono già una retribuzione minima di 7 o 9 euro all’ora (a seconda di quanto sarà fissato di salario minimo) che, di conseguenza, dovranno aumentare per adeguamento degli stipendi in generale.
Tra gli obiettivi di lavoro del governo Meloni sul fronte lavoro e stipendi c’è certamente quello di continuare a garantire aumenti a specifiche categorie di lavoro contro il caro-prezzi e l’inflazione ancora alta.
Le novità attese per tutti gli stipendi, già a settembre, quando sarà forse presentato il nuovo Decreto Lavoro d’autunno e sarà presentata la Nadef (a fine mese), da cui si capirà quante risorse economiche saranno effettivamente disponibili per la nuova Manovra, riguardano proroga del taglio del cuneo fiscale aumentato ed estensione della soglia esentasse fino a 3mila euro dei fringe benefit.
Per il nuovo taglio del cuneo fiscale, si punta a rendere strutturale l’aumento deciso dal governo nel Decreto Lavoro di maggio, che ha portato il taglio del cuneo fiscale dal 3% al 7% per redditi annui fino a 25mila euro e dal 2% al 6% per redditi tra 25mila e 35mila euro annui, o altrimenti a prorogare la misura almeno per i primi sei mesi dell’anno, rimandando altre decisioni all’inizio dell’estate.
Sempre a settembre potrebbe discutersi l’estensione dei fringe benefit con soglia esentasse aumentata a 3mila euro a tutti i lavoratori e non solo ai lavoratori dipendenti con figli minori. Le ultime anticipazione parlano anche di un nuovo bonus da mille euro che potrebbe affiancarsi o sostituire le novità per i fringe benefit, ma per cui restano da chiarire ancora diversi punti.
Rientrano nei fringe benefit con soglia esentasse entro i 3mila euro, tra gli altri, buoni pasto, buoni cellulari e computer aziendali, auto aziendali, borse di studio, alloggi dati in uso ai dipendenti, prestiti agevolati, polizze assicurative e premi extraprofessionali, ma rientrano tra i fringe benefit che non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche di energia elettrica, acqua e gas.
Tra le ulteriori modifiche per gli stipendi attesi ci potrebbero anche essere: