Il diritto a usufruire dei permessi per assistere il disabile può essere concesso anche al coniuge, alla parte dell'unione civile, al convivente di fatto, al parente o all'affine entro il secondo grado.
Continua in questo 2017 il percorso di aggiustamento e di ampliamento della legge 104, quella che disciplina il riconoscimento dell'handicap o della disabilità per usufruire di permessi e diritti. Basti pensare che si è adesso allargata alle coppie di fatto in base alle norme sulle unioni civili. Per fare domanda occorre procedere per via telematica alla sede Inps, ricordandosi di avere a portata di mano il certificato rilasciato dalla competente commissione Asl con cui viene riconosciuto lo stato di gravità relativo all'handicap proprio o del familiare che si assiste. Le novità di questo 2017 sulla legge 104 prevedono che il diritto a usufruire dei permessi per assistere il disabile in situazione di gravità può essere concesso anche al coniuge, alla parte dell'unione civile, al convivente di fatto, al parente o all'affine entro il secondo grado.
Legge 104 nel 2017 si amplia a soppie di fatto e unioni civili
Ed è anche è possibile concedere il beneficio della legge 104 a parenti o affini di terzo grado se i genitori o il coniuge, o la parte dell'unione civile o il convivente di fatto, della persona con disabilità in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti. A differenza di quanto accade per i coniugi, la parte di un unione civile può usufruire dei permessi sulla base della 104 solo nel caso in cui presti assistenza all'altra parte dell'unione e non nel caso in cui l'assistenza sia rivolta a un parente, non essendo riconosciuto in questo caso il rapporto di affinità. Per quanto riguarda il settore privato, l'ente di gestione di previdenza e assistenza fissa un ordine di priorità sul congedo:
il coniuge convivente (o la parte dell'unione civile convivente) della persona disabile in situazione di gravità;
il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente (o la parte dell'unione civile convivente);
uno dei figli conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente (o la parte dell'unione civile convivente) ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
uno dei fratelli o sorelle conviventi della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge convivente (o la parte dell'unione civile convivente), entrambi i genitori e i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
un parente o affine entro il terzo grado convivente della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge convivente (o la parte dell'unione civile convivente), entrambi i genitori, i conviventi e i fratelli o sorelle conviventi siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.
Tante domande quanti sono i figli disabili gravi
Si tratta di uno dei principi base della legge 104: occorre presentare tante domande quanti sono i figli disabili gravi. Se in famiglia ci sono più disabili gravi con più di tre anni d'età, il genitore lavoratore che dà assistenza può cumulare tanti permessi quanti sono i figli disabili, sempre nel limite massimo di tre giorni per soggetto. Le norme prevedono permessi diversi in base all'età del figlio assistito:
per i figli fino a 3 anni di età, il genitore ha diritto al prolungamento del congedo parentale con una indennità pari al 30% della retribuzione oppure 3 giorni di permesso al mese frazionabili anche ad ore con un minimo di 30 minuti e multipli di 15 minuti oppure 2 ore di permesso giornaliere retribuite;
per i figli oltre 3 anni e fino a 12 anni di età, il genitore ha diritto a prolungamento del congedo parentale con una indennità pari al 30% della retribuzione oppure 3 giorni di permesso al mese frazionabili anche a ore con un minimo di 30 minuti e multipli di 15 minuti;
per i figli oltre 12 anni e fino a 18 anni di età, il genitore ha diritto a 3 giorni di permesso al mese frazionabili anche ad ore con un minimo di 30 minuti e multipli di 15 minuti.