Leggi e regole per smart working in estate al mare o in montagna (quando non si è in vacanza) e come ottenerlo

di Marianna Quatraro pubblicato il
Leggi e regole per smart working in esta

Come fare a lavorare in smartworking in estate: chi può lavorare da remoto, a chi presentare richiesta e accordo necessario

Quali sono leggi e regole per lo smart working in estate al mare o in montagna (quando non si è in vacanza) e come ottenerlo? Lavorare in smartworking è possibile e in estate rappresenta una grande opportunità soprattutto se si trascorrono le vacanze al mare o in montagna o anche quando non si è in vacanza. Ma poter lavorare in smartworking non è una possibilità per tutti i lavoratori. Vediamo allora quali sono le regole oggi in vigore per lavoro in smart working e quando e come si può ottenere.

  • Leggi smartworking attualmente in vigore chi può richiederlo e come ottenerlo
  • Quali sono le regole da rispettare per lavorare in smartworking in estate al mare o in montagna

Leggi smartworking attualmente in vigore chi può richiederlo e come ottenerlo

Le leggi attualmente in vigore per lavorare in smart working prevedono innanzitutto la possibilità fino a dicembre di lavorare da remoto ma solo per alcune categorie di lavoratori e di determinati settori.

Stando, infatti, a quanto stabilito, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2023 la possibilità di lavorare in smart working ma solo per lavoratori fragili, affetti cioè da patologie, e per genitori con figli di età inferiore ai 14 anni, e solo per lavoratori dipendenti privati. 

I genitori lavoratori con figli under 14 possono lavorare in smar working solo se in famiglia l’altro coniuge non sia disoccupato o non usufruisca di strumenti di sostegno al reddito e datore di lavoro o azienda hanno potere discrezionale nella concessione dello smart working, solo cioè per specifici periodi, o per giorni della settimana, o anche nel negare la richiesta di lavoro a distanza.

Ai lavoratori fragili, invece, il datore di lavoro non può mai negare la richiesta di lavoro in smart working e non devono esserci condizioni alla sua applicabilità.  

In ogni caso, è possibile lavorare in smart working solo se il lavoratore ne presenta apposita richiesta, accettazione da parte del datore di lavoro e previa sottoscrizione di un accordo tra le parti in cui devono essere inseriti diritti e doveri dei lavoratori, termini dello smart working, tempi di riposo e di diritto alla disconnessione.

Nell'accordo individuale devono essere, infatti, definite tutte le particolarità del rapporto di lavoro agile. Il datore di lavoro, ma anche il dipendente, possono, inoltre, sempre recedere dall’accordo per lavorare in smartworking con un preavviso di almeno 30 giorni o senza preavviso se sussistono le effettive giustificazioni per un eventuale recesso.

Sono, inoltre, diversi i casi in cui, dopo l’epidemia causa Covid, diversi lavoratori sono rimasti a lavorare in smartworking, anche per esigenze aziendali, e lontani dal proprio luogo di lavoro, magari in posti di mare o di montagna, pur non in vacanza, e che possono continuare a lavorare in questa modalità almeno fino a quando l’azienda non richiamerà tutti in sede per lo svolgimento della singola prestazione lavoratoriva.

Quali sono le regole da rispettare per lavorare in smartworking in estate al mare o in montagna

Lavorare in smartworking non significa lavorare quando si vuole, quanto e come si vuole. E’, inftti, una modalità di lavoro che prevede regole specifiche da rispettare, altrimenti si rischiano sanzioni disciplinari.

Per esempio, per chi lavora in smartworking in un posto di mare, le regole stabiliscano che il luogo di lavoro deve essere sicuro per il dipendente, per cui si desume che è vietato lavorare in spiaggia o vicino il mare, o comunque in una situazione che possa mettere a rischio l'integrità fisica.

E’, inoltre, sempre necessario assicurarsi che dove si lavora in smartworking, che sia al maree o in montagna, ci sia una copertura Internet adeguata, perché in assenza di wifi o comunque di una buona linea anche per attaccare il proprio router, non si può lavorare regolarmente e in questi casi l'azienda può chiedere al lavoratore di tornare in sede.

Altra regola da rispettare, sia per lavoratore che per datore di lavoro, è quella di definire orari di disconnessione perché il lavoratore non può essere sempre reperibile come, d’altro canto, pur essendo lontano dalla sede di lavoro, deve sempre assicurare lo svolgimento della prestazione o del lavoro stabilito.