Mansioni superiori sul lavoro, si possono rifiutare o no. Quando è possibile e rischi

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Mansioni superiori sul lavoro, si posson

Può capitare che i compiti assegnati al lavoratori siano così complessi da esporlo a responsabilità considerate eccessive o al rischio di inadempimento e da qui la scelta di rifiutarli.

Ci si può rifiutare di fare mansioni superiori alla propria qualifica sul lavoro? Posso rifiutare di fare una mansione superiore alla mia qualifica?

Si tratta di una situazione in cui qualsiasi può incorrere nel corso della carriera lavorativa e non è affatto detto che il suo desiderio e la sua ambizione siano proprio quelle di salire lungo la scala aziendale.

Da una parte all'assegnazione di mansioni superiori corrisponde un trattamento economico più gratificante, ma dall'altra aumenta il grado di responsabilità e verosimilmente anche la quantità di lavoro.

Ci sono però tanti casi particolari di cui tenere conto perché spesso e volentieri lo svolgimento di mansioni di livello superiore avviene di fatto ovvero nella sostanza, anche se non formalmente messo nero su bianco.

Approfondiamo la questione in questo articolo sulla base della normativa in vigore e di importanti sentenze dei tribunali, e vediamo nel dettaglio

  • Si possono rifiutare mansioni superiori sul lavoro
  • Quando è possibile rifiutare mansioni superiori e rischi

Si possono rifiutare mansioni superiori sul lavoro

Rispondiamo subito alla domanda centrale: il lavoratore può quindi rifiutare l'assegnazione di mansioni superiori? La risposta è affermativa, ma si deve trattare di un rifiuto ragionevole.

Può infatti capitare che i compiti siano così complessi da esporlo a responsabilità considerate eccessive o al rischio di inadempimento.

Tuttavia ci sono alcuni casi in cui le mansioni superiori possono essere legittimamente assegnate da parte del datore di lavoro.

Il primo è l'assenza di posto in organico per non più di sei mesi, prorogabili fino a dodici se sono state avviate le procedure per la copertura dei posti. Il secondo è la sostituzione di un altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto, con esclusione dell'assenza per ferie.

Un'altra importante distinzione da fare è tra lavoratori privati e pubblici poiché a differenza di quanto avviene nel settore privato, la mobilità verticale nel sistema pubblico è legata al sistema dei concorsi.

E se accade che mansioni superiori siano svolte di fatto, secondo i giudici, questo esercizio non originare la pretesa del dipendente a un trattamento giuridico o economico differente da quello equivalente alla qualifica ricoperta.

Quando è possibile rifiutare mansioni superiori e rischi

Anche la Corte di Cassazione ha ribadito l'assenza di rischi nel caso di rifiuto allo svolgimento di mansioni superiori, mettendo nero su bianco il principio dell'illegittimità del licenziamento del lavoratore.

A norma di legge, al dipendente devono essere assegnate le mansioni per le quali è stato assunto o quelle considerate equivalenti nell'ambito della classificazione prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro.

Oppure quelle corrispondenti alla qualifica superiore che abbia in seguito acquisito per effetto dello sviluppo professionale o di procedure concorsuali interne. L'esercizio di fatto di mansioni non corrispondenti alla qualifica di appartenenza non ha effetto ai fini dell'inquadramento del lavoratore.

Accanto all'impianto normativo generale occorre tenere conto di eventuali disposizioni particolari contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro.

Pensiamo ad esempio a quelli relativi ai comparti Dirigenti Settore Privato, Agricoltura e Allevamento, Edilizia e Legno, Marittimi, Alimentari, Chimica, Trasporti, Enti Pubblici, Enti e Istituzioni Private, Poligrafici e Spettacolo, Tessili, Terziario e Servizi, Credito ed Assicurazioni, Turismo, Meccanici.