Requisiti necessari per richiedere ancora i sussidi di disoccupazioni in vigore e come funziona il nuovo Sia: come e cosa fare
Naspi, Asdi, Dis Coll ma anche nuovo Sia, Sostegno per l’inclusione attiva, sono le indennità di disoccupazione, erogate dall’Inps, che possono essere richieste da coloro che sono rimasti senza lavoro. Partendo dal nuovo Sostegno per l’inclusione attiva, si tratta di una nuova misura sociale, sperimentale, per le famiglie più indigenti e per cui si potrà inoltrare le domande di richiesta dal 2 settembre. Il nuovo Sia ha un valore minimo di 80 euro che può aumentare in base alla composizione del nucleo familiare: si parte da 80 euro mensili per ogni componente del nucleo familiare per arrivare ad un massimo di 400 euro se ci sono disabili, minorenni, o donne incinta, e l’importo sarà erogato su una carta prepagata simile appunto alla Social Card.
Questa novità prevede anche la possibilità di aderire a progetti di inclusione sociale, che coinvolgono comuni, centri per l’impiego e terzo settore; sarà erogato dall’Istituto di Previdenza che dovrà prima verificare che i requisiti del richiedente per capire se siano soddisfatti quelli necessari per accedere a tale beneficio. I requisiti necessari per richiedere il Sia sono essere cittadini italiani, comunitari, o extra comunitari con regolare permesso soggiorno; essere residenti in Italia da almeno due anni; essere titolari di un Isee pari a 3mila euro; avere nel proprio nucleo familiare un figlio minorenne, o figlio disabile, o donna incinta. E ancora: nessun componente della famiglia deve possedere un veicolo immatricolato 12 mesi prima della presentazione della domanda, di autoveicoli con una cilindrata superiore ai 1.300 cc, o di motoveicoli con una cilindrata superiore ai 250 cc immatricolati da tre anni. Per ottenere il nuovo Sostegno per l’inclusione attiva, bisognerà raggiungere un punteggio compreso tra un minimo di 45 e un massimo di 100.
Il nuovo Sia, che ripetiamo si potrà richiedere solo a partire dal prossimo settembre, affianca i sussidi già esistenti di Naspi, Asdi e Dis Coll, anch’essi tutti erogati dall’Inps. La Naspi può essere richiesta da chi è in reale stato di disoccupazione, abbia maturato almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni di lavoro o 18 giornate effettive di lavoro negli ultimi 12 mesi, ma anche dai lavoratori stagionali, del settore turistico o degli stabilimenti termali disoccupazione entro il 31 dicembre 2015. L’importo della Naspi è pari al 75% dello stipendio mensile se è di 1.195 euro e non può superare i 1.300 euro mensili. Se, una volta concluso il periodo di accesso alla Naspi che dura due anni, il lavoratore disoccupato non avesse ancora trovato un altro impiego, potrà chiedere l’Asdi, che ha una durata di sei mesi, prevede un importo pari al 75% della Naspi e particolari bonus per i figli a carico. Sono, infatti, previsti, 89,70 euro per un figlio; 116,60 euro per due figli; 140,80 euro per tre figli; 163,30 per quatto o più figli.
Per ottenere l’Asdi, però, bisogna aderire necessariamente al cosiddetto Patto di servizio personalizzato, che impegna il lavoratore in progetti di ricerca del lavoro o corsi di formazione, per la ricerca di una nuova occupazione. Se il lavoratore non aderisce a questo Patto potrebbe subire pene come la decurtazione di un quarto di una mensilità, fino anche alla perdita della stessa prestazione.
Vale ancora fino alla fine del 2016 anche il Dis-Coll, sussidio di disoccupazione destinato ai lavoratori a progetto, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell'Inps, e anche collaboratori delle Pubbliche Amministrazioni. Per accedere Dis Coll bisogna aver maturato almeno tre mesi di contribuzione tra il primo gennaio dell'anno solare precedente la cessazione dell'attività lavorativa e la cessazione dell'attività stessa; il suo valore prevede un importo pari al 75% dei redditi fino a 1.195 euro al mese cui aggiungere il 25% sulle quote dei compensi superiori a tale importo. E anche in questo caso, l'assegno non può comunque superare i 1.300 euro lordi al mese.