Naspi 2018 requisiti importo durata
Arriva la Naspi precompilata, un ulteriore aiuto per la compilazione per chi è rimasto senza lavoro. Come procede
Nuove modalità per l'indennità di disoccupazione che diventa più facile e veloce da ottenere con il lancio sperimentale dalla Naspi precompilata, ma anhe ulteriori agevolazioni e bonus per tutte le famiglie e single, in generale epr tutti i cittadini italiani
Colui che perde il proprio posto di lavoro può anche nel 2018 richiedere la Naspi, indennità di disoccupazione che ha sostituito dal 2015 Aspi e Mini Aspi e che può essere richiesta nel 2018 da:
Al via la possibilità di inviare via Internet la domanda di NaspI precompilata. A comunicare l'avvio di questa fase sperimentale ci ha pensato l'Inps. Si tratta in buona sostanza della trasmissione dell'istanza della domanda di disoccupazione attraverso il servizio Domanda di NaspI precompilata Inps. Di conseguenza, sapere come funziona e chi può accedere è importante per sfruttare questa opportunità. L'utilità di questa semplificazione è presto detta: l'interessato in possesso dei requisiti per richiedere l'assegno di disoccupazione trova un modello in parte compilato, al quale aggiungere poche altre informazioni. Per farlo basa solo accedere con il proprio Pin nell'area denominata "MyInps - I tuoi avvisi" sul sito dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale, riempire gli eventuali campi vuoti e invia la domanda di NaspI online. A quel punto, se ha indicato le modalità di pagamento, come il conto corrente, il libretto postale o la carta prepagata con Iban, il gioco è fatto.
I requisiti per richiedere la Naspi 2018 sono semore:
Per quanto riguarda il valore dell’importo Naspi 2018 previsto, è pari:
In ogni caso non può superare il limite massimo di 1.300 euro. L’erogazione della Naspi ha una durata massima di 24 mesi. In particolare, la Naspi spetta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni, ma, sottolineiamo, non vengono considerati nel calcolo della contribuzione i periodi coperti da contributi figurativi già considerati per il pagamento di prestazioni di disoccupazione. Il primo accredito Naspi dovrebbe avvenire in 60 giorni dalla presentazione della domanda, ma si tratta di untempo che talvolta si allunga arrivando anche a 5-6 mesi. Tuttavia, il tempo di erogazione Naspi varia in base al giorno in cui viene presentata la domanda online:
La domanda della Naspi deve essere presentata all’Inps entro 68 giorni dalla data di cessazione dell'ultimo rapporto di lavoro e tramite diverse modalità:
Per la presentazione della domanda Naspi 2018 è prevista una nuova procedura grazie alla quale il lavoratore, dopo aver presentato per via telematica la domanda di disoccupazione all'Inps e sottoscritto contestualmente la DID, dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di un'attività lavorativa per la richiesta Naspi, può presentarsi al Centro per l’impiego nell’attesa che i suoi dati vengano trasmessi dall'Inps alla nuova Anpal, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro.
Entro 2 mesi dalla data di licenziamento, il lavoratore viene convocato dal centro per l’impiego per il suo primo colloquio conoscitivo, viene, quindi, iscritto all'Anpal e deve sottoscrivere il Patto di Servizio Personalizzato, fondamentale per avere la Naspi, pena la decadenza della stessa indennità di disoccupazione.
L'assegno familiare rappresenta una forma di sostegno al reddito per determinate categorie di lavoratori costretti a vivere al di sotto di limiti prestabiliti e il cui importo dipende da limiti di reddito che ogni anno vengono aggiornati dall’Inps. Per poter ricevere gli assegni familiari, i nuclei familiari devono essere composti da più persone e il reddito complessivo deve risultare inferiore a quello stabilito ogni anno dalla legge. Per poter ricevere gli assegni familiari 2018 deve essere presentata apposita domanda e una volta accettata è lo stesso Inps che si occupa dell’erogazione degli stessi assegni.
L’assegno familiare può essere richiesto anche nel prossimo 2018 direttamente all’Inps da:
Per quanto riguarda gli importi previsti per gli assegni familiari, non si tratta di cifre fisse ma variano ogni anno e vengono comunicati ogni anno dall’Inps. Dal primo luglio scattano, infatti, i nuovi livelli di reddito, aggiornati in base all'inflazione dell'anno precedente, importanti proprio per il calcolo dell'erogazione dell’assegno familiare. Le tabelle con gli importi relativi agli assegni familiari e le fasce reddituali sono pubblicate ogni anno dall’Inps e hanno validità dal primo luglio al 30 giugno dell’anno successivo, per cui gli nuovi importi pubblicati dall'Istituti di Previdenza sono validi fino al 30 giugno 2018. Il reddito da considerare è quello percepito dal richiedente e da tutte le persone che compongono il nucleo familiare, prodotto nell'anno solare precedente. E’ importante sottolineare che l’assegno per il nucleo familiare è cumulabile con l’assegno per il nucleo familiare concesso dai Comuni.
La domanda per la richiesta dell’assegno familiare deve essere inviata direttamente all’Inps esclusivamente in via telematica sul sito dello stesso Istituto. Può essere inviata anche tramite Caf e patronati. La domanda deve essere presentata per ogni anno in cui se ne ha diritto e deve essere comunicata entro 30 giorni ogni genere di variazione intervenuta nel reddito e/o nella composizione del nucleo familiare, durante il periodo di richiesta. La domanda ha una durata annuale per cui deve essere presentata per ogni anno per cui se ne ha diritto:
Durante il periodo di richiesta dell’assegno familiare, qualsiasi variazione intervenuta nel reddito e/o nella composizione del nucleo familiare deve essere comunicata entro 30 giorni.
Il reddito di inclusione o Rei è finalmente legge ufficiale ed è in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale con un asumento dei beneficiari e dell'importo e cifra dell'assegno rispetto a quello iniziale. Ecco come fare domanda INPS e chi può farla
Dopo la firma ufficiale del provvedimento che dà finalmente il via al Rei 2017, nuovo reddito di inclusione contro la povertà, i dibattito sulle misure per contrastare l’indigenza continua senza sosta, alla luce di diversi punti critici emersi già con il nuovo Rei. Sono tantissimi ormai i poveri in Italia, ma sempre scarse le risorse economiche da destinare a piani di sostegno per queste persone, e le ultime notizie sul Rei che potrà effettivamente essere destinato solo a pochi ne è una dimostrazione. Bisognerebbe fare di più e non solo da un punto di vista di sostegni economici ma anche per quanto riguarda le politiche attive di reinserimento nel mondo del lavoro di chi oggi si ritrova a non avere un impiego.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, nonostante appena entrato in vigore il nuovo Rei, reddito di inclusione 2017, sta creando non poche difficoltà, trattandosi di un sussidio che per la serie di requisiti che chiede di soddisfare alla fine varrà solo per pochi. E per molti non si tratta certo della migliore soluzione per combattere la povertà nel nostro Paese. Proprio per superare queste criticità è stato messo a punto un nuovo documento, Alleanza Povertà, con ulteriori proposte contro l'indigenza che potrebbero essere inserite nella prossima manovra finanziaria.
E proprio in virtù del fatto che il nuovo Rei sarà effettivamente per pochi, l’Alleanza propone di adottare un Piano Nazionale contro la povertà 2018-2020, che prosegua il percorso iniziato con l’introduzione del Rei, estendendolo a tutti gli indigenti, andando oltre i tanti requisiti al momento richiesti, e sostenendone l’attuazione a livello locale. Per il nuovo Piano contro la povertà dell’Alleanza, però, il nodo da sciogliere resterebbe sempre quello delle risorse, poche al momento quelle disponibili e di circa 5,1 miliardi di euro in più rispetto ad oggi richiesti a regime nel 2020. Secondo l’Alleanza solo con maggiori risorse economiche a disposizione si potrà effettivamente fare qualcosa per sostenere coloro che oggi si ritrovano a vivere in condizioni di grosse difficoltà economiche e prevedere nuovi piani di inclusione sociale.
Il Rei reddito di inclusione 2017, come detto, ha un valore compreso tra i 190 euro e i 485 euro massimi in caso di famiglie numerose e vale per una durata massima di 18 mesi. Al termine di questo periodo, però, si potrà nuovamente richiedere ma per farlo bisognerà aspettare almeno 6 mesi dall’ultima erogazione. Per richiedere il nuovo reddito di inclusione bisognerà soddisfare determinati requisiti che, come riportano le ultime notizie, prevedono:
Non possono, invece, presentare domanda di richiesta per avere il nuovo reddito di inclusione i nuclei familiari in cui vi sia un componente che usufruisce di qualsiasi altro ammortizzatore sociale, come la Naspi, o che nei due anni precedenti la domanda abbiano acquistato una nuova auto, o moto o barche. La domanda per ottenere il nuovo reddito di inclusione dovrà essere presentata presso i punti per l'accesso al Rei, che saranno definiti dai singoli Comuni e gli stessi enti, entro 10 giorni, dovranno inviare la richiesta all'Inps, che entro i 5 giorni successivi verificherà i requisiti del richiedente, riconoscendo il beneficio in caso di esito positivo. Il Rei sarà erogato dai Comuni con i quali i cittadini si impegneranno a rispettare l'impegno di ricerca di un nuovo lavoro.
eppur con un anno di ritardo, ecco che in questo 2018 fa il suo ingresso nel sistema italiano la Carta Famiglia, destinata a quelle con almeno 3 figli. Già istituita 13 mesi fa, è stato necessario un bel po' di tempo prima che diventasse effettiva. Di conseguenza è già corsa per conoscere tutti i dettagli di questa misura, dai requisiti necessari per avanzare richiesta alla conoscenza di tutti i contenuti della tessera, fino ad arrivare alle modalità (e dove) di richiesta. Due premesse sono utili: la prima è la sua disponibilità nel mese di febbraio ormai alle porte. la seconda è che non si tratta di una carta acquisti simile a quelle introdotte negli ultimi anni. La Carta Famiglia è una vera e proprio tessera sia per portare a casa a prezzi scontati beni fisici nei negozi (non solo alimentari) e sia per fruire di servizi quotidiani, come l'utilizzo dei mezzi pubblici e le bollette.
Stando alle norme approvate, possono richiedere la Carta Famiglia i nuclei familiari costituiti da cittadini italiani o stranieri regolarmente residenti nel territorio italiano con almeno tre figli minori a carico e un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 30.000 euro. Due dettagli sono importanti per inquadrare al meglio questo strumento. Tra i figli sono compresi anche i bimbi in affidamento. E si fa riferimento al numero di under 18 presenti. L'elenco dei prodotti e dei servizi da acquistare con la Carta Famiglia è molto lungo e comprende:
Per richiedere la Carta Famiglia occorre recarsi agli sportelli del Comune in cui risiede la famiglia da parte di uno dei genitori, che ne diventa titolare. Occorre comunque pagare un costo di emissione fissato dallo stesso Comune a cui ci si rivolge. E se i componenti della famiglia hanno residenze differenze, a valere è quella indicata sul modello Isee dell'anno in corso, da presentato insieme alla domanda per l'ottenimento della Carta Famiglia. Per riconoscere i negozi in cui la tessera sarà spendibile bisogna cercare l'apposito bollino insieme al logo della card esposto dai negozi. Riporta la dicitura "Amico della famiglia", in caso di sconti del 5% e oltre rispetto al prezzo di listino dell'articolo o servizio, oppure "Sostenitore della famiglia", se gli sconti arrivino al 20% del costo normale del bene scelto.