Naspi quando si può sospendere e riprendere. Regole e leggi aggiornate

di Marianna Quatraro pubblicato il
Naspi quando si può sospendere e riprend

Quali sono i requisiti richiesti per la domanda di Naspi 2019 e quando e come può essere sospesa e riattivata: chiarimenti

La Naspi è l’indennità di disoccupazione che viene erogata a chi è rimasto senza lavoro in maniera involontaria, cioè è stato licenziato, o vale anche per coloro che hanno presentato le dimissioni ma solo se per giusta causa. Per poter avere la Naspi bisogna soddisfare determinati requisiti e vi sono casi e situazioni in cui la Naspi si può sospendere e riprendere.

Naspi 2019: requisiti e durata

Il principale requisito richiesto per poter fare domanda per avere la Naspi è essere rimasto senza lavoro, per licenziamento o per dimissioni ma solo per giusta causa, come per molestie sessuali sul posto di lavoro. E poi necessario aver maturato nei 4 anni precedenti alla disoccupazione involontaria almeno 13 settimane di contribuzione e negli ultimi 12 mesi almeno 30 giornate di lavoro effettivo e stipulare obbligatoriamente un patto di servizio per la ricerca attiva di una nuova occupazione o impegnandosi a partecipare a corsi di formazione o specializzazione professionale, volti sempre al reinserimento nel mondo lavorativo.

Per quanto riguarda gli importi Naspi, il massimo che si può erogare è di 1.300 euro ma il calcolo dipende dal proprio estratto conto contributivo Inps, mentre per la durata di erogazione della Naspi 2019, il tempo massimo previsto è di 24 mesi ma, in generale, la durata della Naspi dipende dai contributi versati negli ultimi 4 anni prima della perdita di lavoro involontaria.

La Naspi viene erogata direttamente con accredito su conto corrente bancario del richiedente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni e l’accredito avviene solitamente entro 60 giorni dalla presentazione della domanda.  La data di pagamento della Naspi dipende dal giorno in cui è stata presentata domanda. Il pagamento avviene, infatti, sempre dopo la data di decorrenza. Spesso, però, l’attesa per il primo pagamento Naspi è qualche mese ma dal momento del primo pagamento viene poi erogata con cadenza mensile dall’Inps.

Naspi: quando si può sospendere e riattivazione

L’indennità di disoccupazione Naspi, stando alle regole aggiornate, può essere sospesa se d’ufficio se il lavoratore che ha trovato un nuovo rapporto di lavoro subordinato percepisce un reddito non superiore a 8.000 euro e se il contratto non è superiore a sei mesi. Se il contratto ha una durata superiore ai sei mesi la Naspi non viene sospesa ma decade del tutto.

Terminato il nuovo rapporto di lavoro, la Naspi può essere riattivata e torna ad essere corrisposta per il periodo residuo spettante al momento della sospensione e in tal caso si considera la durata del rapporto di lavoro, a prescindere dalle giornate effettivamente lavorate.

Nei casi di sospensione della Naspi, le leggi aggiornate prevedono che il lavoratore debba inviare telematicamente all’Inps entro 30 giorni dalla data di assunzione relativa comunicazione, indicando anche il reddito annuo presunto derivante dal nuovo lavoro.

La comunicazione si effettua tramite modello online NASPI-Com, il modulo SR161, cui si può accedere direttamente dal sito Inps tramite proprio Pin Inps, o Spid e Cns. Per la successiva riattivazione della Naspi, tutto avviene automaticamente: la riattivazione l’Inps avviene, infatti, in automatico al termine del rapporto di lavoro subordinato entro 6 mesi e riparte da quel momento l’erogazione della Naspi fino, come detto, al termine del periodo mancante già previsto.

La Naspi, dunque, può essere sospesa e riattivata ma anche prorogata: questo può avvenire, per esempio, nei casi di malattia o infortunio sul lavoro, indennizzabile da Inps e Inail, verificatosi durante il rapporto di lavoro cessato successivamente; o nei casi di maternità sempre durante il rapporto di lavoro successivamente cessato.